Mentre a Lugano la politica si spacca e il Pse diventa il tema principale della campagna elettorale, sale alle stelle la tensione sui social
Lo sport è anche agonismo, ma quanto sta accadendo in queste settimane in alcuni gruppi social legati alle tifoserie del Football Club Lugano sembrerebbe valicare i confini della competizione. L'argomento è quello del Polo sportivo e degli eventi (Pse), che oltre a dare un nuovo volto all'area di Cornaredo darà alla squadra di calcio luganese un nuovo stadio per garantirne la permanenza in Super League. Va da sé quindi che il tema – ormai diventato il principale della campagna elettorale in corso per le elezioni comunali del 18 aprile – appassioni chi segue la propria squadra del cuore da vicino e scaldi gli animi. A tal punto che alcuni membri della Curva Nord si sono fatti prendere la mano postando quelle che sembrano vere e proprie minacce e intimidazioni.
Alcuni post sono indirizzati espressamente contro i politici che si sono esposti contro il progetto, come questo scritto da un influente tifoso della curva: “Chi si mette contro questo progetto verrà distrutto vita natural durante indipendente(mente, ndr) dal nome, (dal, ndr) colore politico. Qualsiasi idea futura, proposta, pensiero verrà contrastato legalmente e democraticamente, verrà portato allo sfinimento dall'ostruzionismo che troverà per il resto della sua carriera politica”. Dello stesso tenore anche la risposta di un altro tifoso al post: “Se ci sarà referendum ci coordineremo, tutto nei limiti legali, ma si pentiranno di essere venuti al mondo... siamo più di loro e ne possiamo fare di danni”. E a chi commenta che si tratta di uno scritto “minaccioso”, l'autore del primo post replica: “Minaccioso? Chiamasi democrazia”. E lo stesso concetto di democrazia è ribadito dagli stessi personaggi in altri post, dove si elencano i politici dichiaratisi contrari al Pse – da Fulvio Pelli (Plr) a Barbara Di Marco (Mps) –, “falliti vari che per loro interessi politici o finanziari stanno mettendo a repentaglio il futuro del Fc Lugano. La lista non è completa, ma saltano fuori vermi tutti i giorni dalla terra. Però non siate offensivi, minacciate in modo da essere inattaccabili” si consiglia. O ancora, in replica a un articolo contrario al progetto apparso su una testata e bollato come “fake news”: “Allora anche noi reagiremo nel rispetto della democrazia, magari rovesciando una birra sul loro banchetto dove hanno raccolto le firme o minacciando velatamente chi va in giro a raccogliere (mi raccomando senza cadere mai nel penale)”.
Frasi pesanti, testimoni di un clima che definire acceso è poco. «C'è una tensione comprensibile nei tifosi, perché qualora il Pse non si realizzasse vivrebbero un dramma sportivo contro il quale il club non potrebbe far nulla – premette, da noi sentito, Luca Pedroni –. I tifosi vedono un presidente e una società che da anni fanno sforzi enormi per stare nell'élite del calcio svizzero, che si vedrebbero cancellati da qualche scelta politica, questo chiaramente aumenta le tensioni». Il responsabile Marketing e Business development del club precisa tuttavia che «come società condividiamo la lotta dei tifosi a favore del Pse, ma non condividiamo dichiarazioni che possono sfociare in violenza, fisica o verbale che sia, o minaccia. A livello di società, quando abbiamo visto delle reazioni eccessive sui nostri canali social le abbiamo prontamente cancellate». E poi l'invito a non generalizzare: «Se ci sono delle persone che invitano a fare delle cose illegali, ne risponderanno. Queste di certo non rappresentano e non fanno parte del tifo organizzato».
E le liste di politici contrari? «I tifosi vogliono solo sapere chi non votare alle Comunali, in modo civile e democratico – sostiene Pedroni –. Ricordiamo che se il progetto del Pse non dovesse andare in porto, il Lugano entro due anni automaticamente retrocederebbe in Challenge League. Si tratterebbe anche di una batosta economica: gli introiti calerebbero del 70%. Il Fc dà lavoro a un'ottantina di persona e con una retrocessione l'organigramma sarebbe inevitabilmente rivisto. Inoltre è un'azienda che spende tanto sul territorio, sono circa 120 le aziende che lavorano con noi e che, chi più chi meno, verrebbero toccate da un'eventuale retrocessione». Intanto, sempre sui social gira anche un presa di posizione della Curva Nord dai toni molto più pacati, dove si sostiene sì con decisione il progetto descritto come un importante “valore aggiunto” per la città, senza scadere di toni. Nello scritto ci si limita infatti a criticare la litigiosità politica che sta accompagnando l'iter del Pse.
Un clima diverso e più sereno rispetto a quello alimentato da alcuni tifosi inscritti al gruppo privato, si respira all'interno della commissione della Gestione. Interpellato da 'laRegione' il sindaco di Lugano Marco Borradori invita alla calma: «È importante che i tifosi sostengano il progetto ma le minacce non vanno bene, né da una parte, né dall'altra. Cercheremo di creare un contatto». L'animato confronto non deve trasformarsi in guerra di religione. «Il Municipio farà la propria parte in maniera pragmatica cercando convergenze ma presentando al Consiglio comunale i due messaggi che riteniamo fondamentali per il futuro di Lugano. Se poi verrà lanciato un referendum, questo rientra nel gioco democratico, noi faremo valere i nostri argomenti. L'auspicio è che il confronto resti civile e democratico e invito tutti far prevalere la forza delle proprie idee». Intanto, il Municipio ha preso posizione in merito ai sette emendamenti che verranno proposti dal Gruppo Ps e Pc nella seduta di Consiglio comunale del 29-30 marzo quando si deciderà sui due messaggi. Una posizione, quella dell'esecutivo cittadino, aperta al confronto per trovare convergenze, perlomeno sulla maggior parte delle richieste. L'obiettivo, come ci conferma il presidente della Gestione Lorenzo Beretta Piccoli (Ppd), è quello di cercare una strada che possa essere percorribile a tutti per limitare i rapporti commissionali a due. Uno, lo ricordiamo è favorevole al progetto di Polo sportivo e degli eventi a Cornaredo alla creazione di un centro sportivo in zona Maglio, in territorio di Canobbio e verrà sottoscritto dai membri della Lega dei ticinesi, del Ppd e di una parte del Plr. L'altro è più critico e riprende lo spirito della mozione firmata dal alcuni liberali poi trasformata in interpellanza che chiede di realizzare prima le infrastrutture sportive, poi il resto. Una soluzione già bocciata dall'esecutivo, secondo cui significherebbe mandare all'aria tutto il progetto e l'accordo di partenariato pubblico-privato sottoscritto con il gruppo Hrs e Credit Suisse.