Gli anziani (di cui due in osservazione) sono stati isolati e la situazione, come confermatoci dal direttore degli Istituti sociali, risulta essere sotto controllo.
Non c'è settore che in queste ultime settimane non sia stato colpito dal Covid-19. Imprese, uffici, scuole, famiglie, amministrazione pubblica, commerci, tutti sono confrontati con un aumento dei casi di coronavirus. Del resto, rispetto alla prima ondata, sono aumentati i tamponi volti ad attestare positività e sintomi di questa pandemia che sta tenendo sotto scacco tutto il mondo. Ultimo caso, di cui ne siamo venuti a conoscenza, la Residenza Gemmo di Lugano, dove sono stati registrati sette casi positivi fra i 120 ospiti della struttura per anziani ubicata nell'omonimo quartiere luganese di Besso e non lontana dal laghetto di Muzzano.
Circondata da un parco e da una corte interna, la casa medicalizzata dispone di quattro reparti e in particolare di uno concepito per l’accoglienza di persone colpite da patologie degenerative delle funzioni cognitive, con un giardino protetto al quarto piano. Ed è proprio in questo reparto che sono ricoverati gli anziani colpiti dal Covid. «La situazione è sotto controllo – spegne ogni allarmismo il direttore degli Istituti sociali della città, Paolo Pezzoli –. I sette casi, e aggiungo i due in fase di accertamento, sono stati immediatamente isolati. I familiari sono stati informati e hanno espresso fiducia nella nostra struttura. Non è un caso che questi anziani risiedano nel reparto più delicato, dove vi sono persone affette da demenza e dunque di più difficile gestione. Non per questo però siamo disposti a blindare tutta la casa, in quanto gli altri centodieci utenti hanno tutto il diritto di continuare a vivere sì in sicurezza ma nella loro normalità e quotidianità. Lo ha confermato lo stesso medico cantonale: anche bloccando le intere visite non riusciremmo a evitare del tutto l'entrata del virus e diversamente finiremmo per destabilizzare la salute psico-fisico degli ospiti. Merlani ha fatto ben notare che si sono avuti in questo periodo più morti per patologie non Covid a dimostrazione dell'espressione della fragilità stessa degli anziani».