Luganese

Da Atg e Syndicom solidarietà alla nostra giornalista aggredita

Associazione e sindacato dei media chiedono rispetto per un lavoro la cui dignità è troppo spesso messa in dubbio

Venerdì sera a Molino Nuovo (Ti-Press/Gianinazzi)
1 novembre 2020
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Solidarietà da parte dell'Associazione ticinese dei giornalisti (Atg) e del sindacato dei media e della comunicazione Syndicom a Federica Ciommiento, la giornalista de 'laRegione' aggredita fisicamente venerdì sera a Molino Nuovo da una manifestante intervenuta a un raduno organizzato per protestare contro le misure di contenimento anti Covid. La manifestante, ricordiamo, ha preteso che la cronista presente insieme a colleghi di altri media lasciasse l'area del raduno e, al suo rifiuto, ha pensato bene di sottolineare l'ordine dandole una testata e ferendola così al volto. Un altro giornalista è stato insultato.

Atg: e la Polizia?

Nel suo comunicato, Atg esprime "piena solidarietà" e parla di "un grave fatto di violenza che va condannato", ma solleva anche dei dubbi sull'operato delle forze dell'ordine: "Ci si chiede come mai la polizia che è stata chiamata non sia intervenuta", si legge. "In piccolo l'episodio luganese di ieri ricorda fatti incresciosi – vicini e lontani – con i giornalisti nel ruolo di protagonisti loro malgrado", prosegue la presa di posizione firmata dal presidente Roberto Porta e dalla segretaria operativa Natascha Fioretti, che chiudono con una nota d'amarezza: "C’è da troppo tempo un modo sbagliato di guardare al giornalismo di qualità e al suo ruolo. Da troppo tempo se ne mettono in dubbio il valore, la credibilità e l’imprescindibilità per una società democratica. Il giornalismo merita rispetto e attenzione così come chi lo svolge nel tentativo, come quello della collega Federica Ciommiento, di leggere e spiegare la realtà complessa in cui viviamo". 

Syndicom: 'Atto gravissimo e intollerabile'

Aggressioni verbali e fisiche contro i giornalisti – attacca in un comunicato il segretario regionale di Syndicom, Nicola Morellato – "si moltiplicano in questi ultimi giorni in tutta Europa da parte di coloro che manifestano contro le misure decise dalle autorità per contrastare l’epidemia di Covid-19". Anche Syndicom "condanna con forza l'aggressione subita ed esprime a tutti i colleghi coinvolti forte solidarietà e vicinanza. Si tratta di un atto gravissimo e intollerabile che mirando a impedire ai giornalisti di svolgere il loro lavoro – informare l’opinione pubblica – mina i fondamenti stessi del nostro sistema democratico".

Nessuno - prosegue Morellato - deve permettersi d'intimorire o aggredire gli operatori dell’informazione: "Operatori che, lungi dall’essere lautamente pagati da qualche potere occulto, sono spesso sottopagatI e svolgono il loro lavoro in condizioni precarie, faticando quotidianamente per difendere la loro professionalità". L'appello viene quindi rivolto alla politica, che "ha ora più che mai la responsabilità di evitare strumentalizzazioni e di impegnarsi maggiormente per migliorare le condizioni lavorative nonché l’immagine di questa, sempre più martoriata, importante categoria professionale". 

A Lugano no, a Zurigo sì

E mentre la polizia ticinese ha ritento di non dover intervenire per vigilare sul rispetto della distanza sociale e della norma che dal 19 ottobre impedisce assembramenti oltre 15 persone nello spazio pubblico, a Zurigo ieri gli agenti hanno invece interrotto una manifestazione, autorizzata, di Covid-scettici alla quale partecipavano un centinaio di persone. La stragrande maggioranza dei presenti non aveva infatti rispettato l'obbligo di indossare una mascherina protettiva. Con striscioni, i manifestanti hanno messo in discussione le misure ordinate dalle autorità nella lotta contro la pandemia, l'efficacia del futuro vaccino e l'effettivo pericolo rappresentato dal virus. Nove persone sono state fermate e portate alla stazione di polizia per accertamenti. Tra loro c'era l'organizzatore della manifestazione.

Intanto i coronascettici si radicalizzano

Intanto, rivela oggi il 'SonntagsBlick', i coronascettici si stanno sempre più radicalizzando, rivela oggi il SonntagsBlick. Nei loro forum di discussione contro le misure di contenimento, appaiono sempre più spesso minacce. L'Ufficio federale di polizia (Fedpol) prende molto sul serio questa evoluzione. Secondo il portavoce della Fedpol, Floran Näf, la situazione è preoccupante. Le minacce sono dirette contro organi come l'Ufficio federale della sanità pubblica e contro i politici in prima linea nella lotta contro Covid-19. Secondo Näf, negli ultimi mesi è stato necessario rafforzare i dispositivi di protezione di alcune persone. I toni e le azioni stanno infatti diventando sempre più militanti e i fanatici prendono di mira tutti coloro che mettono in guardia sulle conseguenze della pandemia: virologi, giornalisti, politici.

Inviati messaggi virulenti

Il loro principale bersaglio è il consigliere federale Alain Berset. Quando il ministro ha annunciato le nuove misure decise dal governo federale, alcuni sostenitori delle teorie della cospirazione nelle chat sono letteralmente impazziti, scrive il domenicale citando alcuni esempi di messaggi virulenti all'indirizzo di Berset e della presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga. Näf ha poi rivelato che negli ultimi mesi è stato necessario rafforzare i dispositivi di protezione di alcune persone, senza citarne i nomi.

Secondo il domenicale le polizie cantonali monitorano i fanatici e li informano che sono sorvegliati. Anche il Servizio delle attività informative della Confederazione (Sic) si è attivato, sebbene gli ideologi della cospirazione e i negazionisti del coronavirus non siano, in linea di principio, di sua competenza. "Il FIS è in contatto con le autorità di sicurezza cantonali a questo proposito", afferma la portavoce Isabelle Graber.

 

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