Il 55enne è stato prosciolto in Appello dai reati nei confronti di due ulteriori ex pazienti. La pena risulta ora di tre anni e sei mesi.
È stato parzialmente accolto il ricorso presentato dallo psichiatra luganese condannato per lo sfruttamento dello stato di bisogno nell'ambito di reati sessuali nei confronti di quattro ex pazienti. La Corte di appello e revisione penale (Carp) presieduta dalla giudice Giovanna Roggero-Will ha infatti prosciolto il 55enne per quanto riguarda le accuse relative a due ex pazienti, sulle quattro vittime riconosciute in primo grado. Conseguentemente si è ridotta anche la pena pronunciata nell'ottobre dell'anno scorso dal presidente della Corte delle Assise criminali Amos Pagnamenta: dai tre anni e otto mesi si è scesi a tre anni e sei mesi.
Uno sconto di pena contenuto quindi. «Siamo solo parzialmente soddisfatti – ci dice infatti l'avvocato difensore Niccolò Giovanettina –, è positivo che sia stato prosciolto dalle accuse nei confronti di due donne. Tuttavia la pena resta alta». Si profila quindi un ulteriore ricorso? «Non lo so, dipende dalle motivazioni della sentenza (quello arrivato alle parti infatti è per ora soltanto il dispositivo, ndr)».
In particolare, è caduto il reato di atti sessuali con persone inette a resistere che riguardava una delle due ex pazienti: una giovane che asseriva di essere stata toccata intimamente dal medico durante degli esercizi. Palpeggiamenti che l'imputato ha sempre negato, come anche quelli a danno dell'altra donna per la quale la Carp ha ritenuto di proscioglierlo dal reato di sfruttamento dello stato di bisogno. Un capo d'accusa per il quale lo psichiatra è tuttavia stato condannato anche in secondo grado per i due reati più casi più gravi: rapporti completi e orali, rispettivamente con una 50enne e con una 30enne. Episodi per altro ammessi dallo specialista, che contesta tuttavia la qualifica giuridica, sostenendo che sarebbero avvenuti senza che le due donne abbiano subito condizionamenti da parte sua.
Il caso, emerso un paio d'anni fa, aveva suscitato clamore (cfr. correlati), sia per il fatto che lo psichiatra è una figura nota e con una lunga esperienza in Ticino, sia per la delicatezza dei casi affrontati in aula e per le tesi difensive. La difesa infatti in primo grado aveva chiesto l'assoluzione per l'uomo, scontrandosi aspramente con l'impianto accusatorio della procuratrice pubblica Chiara Borelli.