La Città di Lugano concede la licenza edilizia: via libera alla trasformazione dell'ex albergo in circa 25 appartamenti per residenze primarie
Via libera alla trasformazione dell’ex albergo Moosmann di Gandria in circa 25 appartamenti destinati alla residenza primaria (dal monolocale al 4,5 locali). La licenza edilizia è stata concessa dalla Città di Lugano verso la fine del mese di agosto. Di riflesso, sono state rigettate le nove opposizioni presentate contro il progetto immobiliare promosso dai nuovi proprietari riconducibili a una società anonima che hanno acquisito il sedime dalla famiglia Moosmann. Alcune di queste opposizioni si potrebbero tradurre in ricorsi destinati ad arrivare sul tavolo del Consiglio di Stato. Dal punto di vista della Città, le contestazioni non hanno tuttavia trovato validi appigli giuridico-legali visto che la trasformazione prevista è ritenuta conforme alle norme pianificatorie vigenti. Nemmeno gli uffici dell’amministrazione cantonale, coinvolti nei preavvisi nel merito delle opposizioni, hanno avuto da ridire. Entrambi gli edifici non sono infatti vincolati alla destinazione turistico-alberghiera nel Piano regolatore di Lugano. Nel villaggio c’è anche chi ha polemizzato sull’anticipo di alcuni lavori e per via di alcuni operai che avrebbero pernottato negli edifici. Anche da questo punto di vista i funzionari dell’amministrazione cittadina hanno verificato e hanno potuto constatare che gli interventi preliminari hanno riguardato l’evacuazione di parte degli arredi dell’ex albergo dismesso ormai da qualche anno.
L’altro argomento sostenuto dagli opponenti ha sollevato la questione relativa alla carenza di posteggi, che nel villaggio sono sempre stati un problema su cui numerosi cittadini da tempo hanno protestato nei confronti dell’autorità. La questione è stata oggetto di polemiche sfociate in alcuni atti parlamentari a cui la Città ha peraltro risposto, anche se non a tutti le soluzioni individuate sono piaciute. Quella relativa ai posteggi è questione che, agli occhi del Municipio di Lugano, non può limitare l’attività edilizia a Gandria. D’altro canto, proprio in risposta a un’interrogazione interpartitica, l’esecutivo nel luglio scorso ha incaricato i servizi di procedere con l’introduzione del sistema ‘dinamico’ di gestione della barriera, che permette l’accesso al nucleo a un numero prestabilito di veicoli indipendentemente dalla residenza del conducente a Gandria. Nello stesso tempo, si legge nella risposta all’interrogazione, è stato avviato lo studio e la relativa procedura prevista dalla legge sulle strade in vista della realizzazione dell’accesso e dell’uscita nei due sensi di marcia al posteggio situato lungo la strada cantonale.
Però questo è un altro discorso. Dispiace a tanti nel villaggio la scomparsa di un albergo. Non un hotel qualunque ma una struttura che aveva una lunga storia. La famiglia Moosmann avviò infatti l’attività nel lontano 1943 lungo il sentiero del villaggio a ridosso del nucleo e la proprietà con il passare degli anni venne rinnovata e ingrandita. Oggi comprende un edificio principale a lago e un altro situato a monte del sentiero. Insomma, dopo oltre cinquant’anni di storia, l’albergo ha fatto la fine di diverse altre strutture della regione, che sono state vendute e successivamente trasformate in residenze di lusso anche grazie alla loro invidiabile posizione. Come altri alberghi della regione a gestione familiare, sono risultati troppo onerosi gli investimenti necessari per rendere gli edifici adeguati alle esigenze del turismo moderno. Di più: i collegamenti con la città sono considerati pochi, in particolare di sera, e per l’ospite che non possiede un’auto risulta quantomai complicato spostarsi, non soltanto verso Lugano.
A penalizzare il futuro dell’attività alberghiera dell’ex Moosmann è peraltro stata anche la sua ubicazione spettacolare con vista lago ma nel nucleo, in una zona pedonale. Negli ultimi anni, i turisti difficilmente sostano per un periodo relativamente lungo (o almeno un paio di settimane) come facevano una volta. La maggior parte di loro si ferma nello stesso posto per al massimo due o tre notti. Tutto questo non ha fatto altro che alimentare le discussioni e le critiche verso la Città da parte di alcune voci del quartiere. Voci che nella sostanza lamentano la scarsa attenzione da parte delle autorità comunali nel promuovere e valorizzare il villaggio mentre i locali pubblici continuano a diminuire e dei nove ristoranti attivi dieci anni fa, ora ne restano aperti davvero pochi.