Luganese

Crediti Covid per spese personali, 47enne rinviato a giudizio

L'uomo è stato arrestato a fine giugno. Ingente l'entità della presunta truffa: 600'000 franchi circa: secondo caso su scala nazionale

Il 47enne rischia fino a cinque anni di carcere (Foto Ti-Press/Archivio)
3 settembre 2020
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Truffa Covid, si va in aula. Come anticipato dalla Rsi, è stato rinviato a giudizio l'autore della più grande presunta truffa legata ai crediti speciali concessi dalla Confederazione per combattere la pandemia, fra quelle emerse in Ticino, nonché la seconda in Svizzera. Si tratta di un 47enne italiano residente nel Luganese, arrestato a fine giugno. I fatti, risalenti a marzo, sono emersi a inizio luglio: l'uomo è sospettato di aver fornito informazioni al fine di ottenere due crediti per un complessivo di oltre 600'000 franchi. Il denaro conseguito indebitamente sarebbe poi stato utilizzato per scopi estranei a quanto stabilito dall'Ordinanza sulle fideiussioni solidali Covid-19 e, in particolare, per far fronte a spese personali. Fra queste, un'auto e orologi di lusso.

L'imputato, sempre stando alla Rsi, commerciava in mascherine e guanti di lattice e avrebbe gonfiato il fatturato per aumentare l'entità del prestito. Buona parte del maltolto sarebbe stata nel frattempo resa, sebbene 170'000 franchi circa manchino ancora all'appello. Il 47enne – che rischia fra i due e i cinque anni di carcere e dovrà rispondere di truffa, falsità in documenti, amministrazione infedele aggravata ed esercizio abusivo della professione di fiduciario – è difeso dall'avvocato Walter Zandrini, mentre il procuratore pubblico che ha in mano l'inchiesta è Daniele Galliano. A giudicare il caso sarà la Corte delle Assise criminali, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. 

In aula comparirà anche il fiduciario luganese, o sedicente tale, a cui l’imprenditore si appoggiava. È accusato, oltre che di truffa e falsità in documenti per la vicenda dei crediti Covid, di avere esercitato abusivamente la professione a partire dal settembre del 2012. Il 51enne respinge con fermezza ogni addebito. Così come il suo contabile, pure finito sotto inchiesta, per il quale Galliano ha emesso un decreto d’accusa, proponendo una pena pecuniaria sospesa e il pagamento di una multa. Lui si è opposto, e al pari degli altri due andrà dunque a processo, separatamente, alle Correzionali.