Luganese

Ospitava a casa il ladro, poi è divenuto suo complice

Cinquantasette furti nelle abitazioni del Luganese per mezzo milione di franchi. Chieste condanne da espiare ed espulsioni alle Assise criminali

Decine di furti con scasso
(TI-PRESS)
29 luglio 2020
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Lui, 36 anni, imprenditore Kosovaro, che nel 2007 aveva chiesto e ottenuto asilo in Ticino «per una vita migliore» offriva base logistica nel proprio appartamento del Vedeggio a un cittadino albanese 42enne, al quale inizialmente aveva prospettato un'assunzione nella propria azienda, ma che poi ha accettato di diventare suo complice. L'attività? Furti. I due imputati stamane si sono ritrovati sul banco degli imputati davanti alle Assise criminali di Lugano per furti in banda. Ben 57 i colpi messi a segno all'interno di appartamenti e uffici - nell'arco di soli tre mesi, dal novembre 2019 al gennaio 2020, quando ai loro polsi sono scattate le manette - per una refurtiva del valore complessivo di oltre mezzo milione di franchi.
La maggioranza dei furti, avvenuti principalmente nel Luganese, Vedeggio in testa, sono stati commessi dal 42enne. Il più giovane dei due lo accompagnava in auto, nella vicinanze degli obiettivi e poi aspettava in macchina; altre volte svolgeva tutto il cittadino albanese, viaggio, furto e ritorno, che in aula ha dichiarato: «Sceglievo a caso dove andare a rubare. A me interessavano i soldi e qualche orologio. I gioielli? Li abbiamo buttati nel cestino dell'immondizia». Una versione ritenuta poco credibile dall'avvocato, Franco Ghidoni, accusatore privato di una delle maggiori vittime, che si è vista sottrarre la cassaforte con preziosi del valore di 90 mila franchi.

Le casseforti aperte nel magazzino dell'imprenditore

Tre, in totale, le casseforti asportate dalle abitazioni prese di mira dai due malviventi. E, per queste, vista la loro mole - superiore ai 100 chili - anche l'imprenditore ha preso parte fisicamente al prelievo degli armadi metallici per la custodia dei preziosi e - ancora una volta - ha prestato la propria base logistica, mettendo a disposizione il suo magazzino in un Comune del Vedeggio, dove le cassaforti sono state aperte e svuotate dei loro importanti valori. Il malloppo veniva diviso. Il 36enne ha dichiarato di aver ricevuto come compenso dai furti (complessivamente 8 quelli ai quali ha partecipato attivamente), 4 mila franchi. Il guadagno dell'esecutore materiale ammonta a oltre 10 mila franchi, stando sempre alle sue affermazioni all'attenzione della Corte, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. Il ladro professionista ha così potuto appianare i suoi debiti e pagare l'affitto al suo complice.

Il procuratore pubblico, Pablo Fäh, al termine della sua requisitoria, ha chiesto 4 anni di carcere per il 42enne e l'espulsione dalla Svizzera per 12 anni; e 2 anni e 4 mesi di detenzione per il 36enne ed espulsione per 7 anni. Soggettivamente il magistrato ha ritenuto grave la condotta del 36enne: «È grazie alla sua ospitalità se il 42enne ha potuto delinquere». Secondo il pp l'imprenditore era perfettamente a conoscenza sin da subito delle malsane intenzioni del suo inquilino. La pena più alta è naturalmente stata avanzata per l'esecutore materiale dei furti, il quale ha sostanzialmente ammesso le proprie responsabilità, contestando tuttavia la refurtiva denunciata dalle vittime (alcune delle quali presenti in aula) e alcuni furti. Ma gli inquirenti non hanno dubbi: le sue scarpe, un paio numero 42 e uno 43, hanno lasciato evidenti tracce sui luoghi dei crimini, così come il suo Dna, e gli agenti della scientifica hanno trovato i rilievi. La il 36enne la richiesta di pena ha tenuto conto anche di altri reati da lui commessi, fra cui un pugno in pieno volto sferrato all'avventore di una discoteca di Lugano per la quale nei week end svolgeva il buttafuori, ciò che ha configurato il reato di lesioni semplici. La grave azione è stata catturata dal sistema di videosorveglianza.

Al momento sono in corso le arringhe difensive degli avvocati, Yasar Ravi e Stefano Camponovo. La sentenza è attesa in serata.