La replica dura del direttore del Dipartimento del territorio dopo le opposizioni al progetto della Piana del Vedeggio fermo al palo da quasi trent'anni.
«Buongiorno consigliere, come sta?». «Diciamo che la settimana è cominciata con un pizzico di frustrazione...». È tesa la voce del consigliere di Stato Claudio Zali quando lo raggiungiamo per raccogliere una sua reazione alla notizia (cfr. 'laRegione' online di ieri e cartacea di oggi) della maxi-opposizione al progetto di tram-treno. «In generale è un po' il mondo alla rovescia – rimarca il direttore del Dipartimento cantonale del territorio – dove vedo l'accanita opposizione di tre associazioni che secondo i loro statuti si occupano di mobilità sostenibile, di cura del territorio e cose simili e invece si oppongono accanitamente, ma a cosa? Non a un nuovo inceneritore, a un nuovo termovalorizzatore di rifiuti, ma a un progetto avveniristico di una linea di trasporto pubblico che vuole sgravare il traffico veicolare e migliorare la qualità di vita».
Parole dure e più che mai dirette, che nulla lasciano all'interpretazione: «Una delle tre associazioni, fra l'altro, mi sono preso il disturbo di guardare gli statuti, 'I Cittadini per il territorio', dichiara di occuparsi di Mendrisiotto e Basso Ceresio, per cui sono anche fuori tema. Non mi sembra che il Basso Ceresio includa anche la zona della Piana del Vedeggio... E allora sa... comincio ad essere spazientito nei confronti di queste associazioni autoreferenziali che vogliono, senza essere eletti democraticamente da nessuna parte, stabilire loro come si devono fare le opere pubbliche, perché loro sanno sempre tutto, meglio degli altri. Sono 'neinsager' e 'besserwisser' (bastian contrari e sapientoni, Ndr.). Intanto però le loro posizioni rischiano di far perdere ancora anni a un'opera di cui c'è un bisogno disperato in regioni veramente flagellate dal traffico. Queste associazioni provino a fare una riunione magari per spiegare alla gente di Bioggio, di Agno o di Manno che è meglio aspettare anni, mentre si risolvono le loro opposizioni, per realizzare il tram-treno...».
Un ministro che non lascia nulla di non-detto: «Capisco che in questo cantone vi sono delle cose che non vanno bene, in passato abbiamo troppo cementificato per esempio. Ma mi chiedo anche: dove stavano allora queste associazioni? Cosa facevano? Dov'erano quando questo cantone è stato trasformato, nella sua parte poco piacevole, in quello che è oggi? Parte della risposta comunque la conosco perché qualcuno di loro lavorava all'Amministrazione cantonale (Benedetto Antonini, vicepresidente della Società ticinese per l'arte e la natura, già a capo della Sezione della pianificazione urbanistica del cantone, Ndr.), quel qualcuno che si occupava della pianificazione che adesso viene combattuta. Invece, quindi, di prendersela con un'opera che andrebbe realizzata al più presto possibile, sarebbe bene che costoro si facessero qualche riflessione. Nel frattempo la popolazione continua ad aspettare».
Sono quasi tre decenni che se ne parla del tram-treno. Consigliere, si è dato una personale giustificazione? «Il difetto non è di questo progetto, il difetto è di questo cantone, perché è così per la circonvallazione Agno-Bioggio, per il collegamento A2-A13, anche solo per il semisvincolo di Bellinzona. Tutto in Ticino si muove nello spazio di generazioni e questo credo che sia un problema del nostro sistema che garantisce consultazioni infinite, diritti di ricorso fino ad esaurimento e un po' anche la natura dei ticinesi cui non va mai bene nulla. E allora si discutono i tracciati, poi li si ridiscutono, poi di nuovo, perché ognuno sa sempre meglio degli altri come si deve fare».
Che ci dice a questo punto delle duemila firme raccolte? «Duemila firme mi fanno sorridere. Quando cominciano ad essere cinquemila, diecimila, magari se ne può discutere... Se il vero problema o il grosso problema di queste persone è soprattutto la prevista soppressione della linea di Collina, ebbene, stiamo facendo gli approfondimenti. E sulla critica che vi sarebbe una decisione parlamentare inevasa, dandoci dunque se non dei bugiardi ma degli inadempienti, in realtà il rapporto sta arrivando, è in dirittura, richiesto dal Parlamento proprio sulla questione della linea della montagna utilizzata, da farne una pelle come si dice, da 800 utenti al giorno, che sono quelli di una linea bus di poco conto. La Banca dello Stato di Mendrisio valeva più in firme, un'antenna di telefonia ben di più. Duemila... poi – non manca di puntualizzare Zali – non si sopprime un treno, lo si fa passare da un'altra parte. Abbiamo un'indicazione della Confederazione nel fare così».
Per il capo del Dipartimento del territorio è dunque «una questione di principio. Non devo né voglio essere ostaggio di queste associazioni autoreferenziali che sputano sentenze volendo determinare loro cosa bisogna fare in questo cantone perché evidentemente si sentono più bravi e intelligenti di tutta la miriade di tecnici ed ingegneri specializzati che si occupano di un progetto. Sembra che loro sappiano sempre tutto, che siano depositari di una verità e che noi invece sbagliamo sempre tutto... L'avessimo fatto passare a destra, avrebbe dovuto passare a sinistra. Lo facciamo passare in mezzo? Non va bene, deve passare a destra o a sinistra. Non c'è mai una soluzione che va bene; queste persone contestano per giustificare la loro esistenza, per avere un po' di visibilità. Ma si facciano prima eleggere democraticamente laddove queste decisioni vengono prese! Andando peraltro a cozzare contro i loro asseriti scopi statutari. Perché se un paio di queste parlano di mobilità sostenibile, di cura del territorio e dell'ambiente, allora ci lascino realizzare un'opera che toglie le macchine dalle strade. Anche perché, veramente, a cosa porta questa opposizione? Cosa dovremmo fare? Riprogettare tutto un'altra volta?»
Cantone che potrebbe – ma forse parliamo di fantapolitica – abbandonare tutto? «Nell'esito è un po' quello che sta succedendo perché non riusciamo a mettere in cantiere niente. Finché si va avanti a opposizioni, discussioni, gruppi di lavoro, non se ne arriva mai a una. Ora che questo progetto che finalmente arriva allo stadio della pubblicazione, che è il preludio alla realizzazione, tolto il centinaio di ricorsi che ancora ci sarà, ecco che qualcuno dice che tutto è sbagliato paventando di andare al Tribunale federale. Con il risultato di continuare a stare in una poco piacevole situazione ancora per anni e anni e anni».