Luganese

Il nuovo Comune di Val Mara? 'Nessun vantaggio reale'

Dopo l'addio al progetto aggregativo di Bissone e il voto fissato al 18 ottobre, si fanno largo a Maroggia e Rovio altre voci contrarie o quantomeno perplesse.

Aggregazione Val Mara Ti-Press
9 luglio 2020
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Una cordata a quattro, che si fa traballante dopo che ai blocchi di partenza si erano portati in cinque. L'aggregazione del nuovo Comune di Val Mara si fa, infatti, in salita, come le irte strade che da Maroggia e Melano salgono ad Arogno e Rovio. Voci sempre più forti e organizzate fanno sapere che all'orizzonte, per i quattro paesi del Basso Ceresio, saran più contro che pro. «La fusione? – rispondono ai nostri interrogativi gli esponenti del comitato sezionale del Plr di Maroggia – Non avremo alcun vantaggio reale. Anche i dipendenti comunali rimarranno tali, quindi non vi sarà, come si dice, una diminuzione dei costi rispetto allo stato attuale. Non ci convince poi la suddivisione degli uffici comunali. A Maroggia è previsto uno sportello per la Cancelleria 'multifunzionale' e l'Ufficio tecnico ed edilizia privata, ma non sappiamo con quali orari. A Melano peraltro andrà la sede amministrativa e per i nostri anziani potrebbe risultare scomodo». A preoccupare il gruppo, che si dice giovane e che contrasta la 'scusa' della difficoltà di reclutare candidati per la politica locale, sono soprattutto i futuri progetti di Val Mara che comporterebbero investimenti di oltre 30 milioni di franchi: «Con il pericolo, fin dall'inizio, di minare la salute finanziaria del nuovo comune».

Il rischio di una Maroggia... cenerentola

Del resto, secondo i liberali radicali di Maroggia, molti sono i temi ancora da risolvere: «Considerato che vogliono mantenere operative tutte le sedi scolastiche, ci chiediamo se vi siano abbastanza studenti per giustificare tale scelta e minimizzare i costi». Maroggia, poi, si vedrà 'spodestato': «Avendo meno abitanti diventerà 'periferia' del nuovo comune e Melano il centro». Il risultato? «I servizi al paese perderanno di efficienza perché 'quartiere' meno importante. Già con Melano non condividiamo la scelta dello svincolo autostradale che loro vogliono a Maroggia e noi no... Non solo, rischiamo di non avere neanche un municipale nell'esecutivo che sarà composto da sette membri».

Sulla bilancia, per il comitato sezionale Plr di Maroggia, a pesare è dunque il piatto degli svantaggi anziché dei benefici: «Se non siamo contrari di principio all'aggregazione, lo siamo in questa forma. Per questo come comitato voteremo in blocco no al progetto, lasciando comunque libertà di scelta ai cittadini simpatizzanti liberali. Non possiamo non dire che l'uscita di Bissone ha cambiato le carte in tavola... Senza Bissone si farà fatica a mantenere all'85% il moltiplicatore».

Per Rovio 'un unilaterale arbitrio'

Numeri che, dunque, parlano. Come i punti, ben quattro, messi nero su bianco dall'Alleanza democratica-Lega-Udc-Ppd e indipendenti di Rovio in una lettera inviata alla Commissione di studio dell'aggregazione dei comuni in vista della votazione consultiva del 18 ottobre prossimo. «Riteniamo che in tempi di covid sia impossibile garantire che la popolazione possa farsi la giusta e corretta opinione in merito a un progetto così importante in così poco tempo – si legge nella missiva fra cui figura quale firmatario il nuovo municipale Giorgio Falconi –. Inoltre, non conosciamo l'orizzonte temporale per l'entrata effettiva in vigore della fusione: si parla del 2024? È corretto? Qualcosa non quadra: le elezioni comunali sono state posticipate di un anno a seguito del covid e l'aggregazione deve essere votata sei mesi prima di tale votazione? Di nuovo: tale tempistica non garantisce una corretta e libera formulazione nell'opinione pubblica dell'opportunità o meno di votare per una fusione. Tale diritto è di fondamento costituzionale e la tempistica di cui sopra risulta arbitraria e irresponsabile». Secondo l'Alleanza la fusione dei Comuni della Val Mara «non è una fusione necessaria bensì di opportunità (così come più volte ricordato alle serate pubbliche): per questo motivo se l'orizzonte temporale è il 2024, la votazione è da tenersi non prima del 2023. Fra l'altro, e per logica, prima si decide l'entrata in vigore a seconda delle possibilità delle varie amministrazioni comunali (già di per sé oberate di lavoro) e poi si decide la votazione consultiva. Il contrario rappresenta puro unilaterale arbitrio e forza di prevaricazione del più forte».

C'è poi un aspetto che l'Alleanza ha voluto ricordare e porre quale ostacolo al progetto: «Rovio ha in sospeso alcune tematiche dai risvolti politici e finanziari non indifferenti: da una parte un Piano generale di smaltimento delle acque concluso per poco più del 50% (mancano ancor lotti per più del 40% delle opere previste) e dall'altra una richiesta legale per presunti errori di pianificazione per svariati milioni (si parla di poco meno di una decina di milioni). Di tali potenziali rischi non abbiamo mai visto alcuna menzione nei rapporti ufficiali nonostante queste questioni siano state discusse più volte in Consiglio comunale. Non sappiamo nemmeno se gli altri comuni abbiano rischi simili». Da qui la richiesta «di introdurre nei rapporti ufficiali, prudenzialmente, anche tutti i rischi legali, finanziari e di qualsiasi altra natura superiori a un valore prudenziale di 50mila franchi, che sia chiaramente definito l'orizzonte di eventuale entrata in vigore della fusione di opportunità (anno e mese) e che sia immediatamente abbandonata l'idea di votare in tempi di covid nell'anno in corso. Siamo favorevoli a una aggregazione che permetta di razionalizzare le risorse, non invece a una fusione all'insegna del "tassa e spendi"». 

Bissone? Per gli Enti locali 'un falso positivo'

Ma cosa risponde la Sezione degli enti locali a questi... appunti? «È chiaro che in ogni progetto di aggregazione ci sono favorevoli e contrari, se questi ultimi poi prendono forma – annota il responsabile, Marzio Della Santa – e si manifestano trovo che sia un bene per il dibattito pubblico così che ogni cittadino possa farsi un'idea e arrivare al voto in piena consapevolezza. Credo poi che ogni fronte abbia argomenti più o meno consistenti, e molti va detto possono valere per qualsiasi altro comune. Invece vorrei portare l'attenzione sull'opportunità di questa aggregazione che, aldilà di interessi personali o di gruppo divergenti, per la comunità è indubbio che vi siano molti aspetti positivi. Non nascondo che in tutte le aggregazioni ci sono degli svantaggi ma non sono solitamente quelli esposti dai contrari».

E Bissone? «Bissone non ha alcun impatto, era un falso positivo – evidenzia il caposezione –. Nel senso che è in una situazione finanziaria apparentemente agiata ma in termini di investimenti sono in ritardo, quindi il giorno che avranno realizzato le opere previste la situazione finanziaria sarà sostanzialmente equivalente a quella degli altri comuni».