È quanto emerge dalla quinta edizione della pubblicazione statistica 'Lugano in cifre': il reddito imponibile pro capite è in leggero aumento (+2%)
Una Lugano più ricca, ma meno popolosa. Questa in estrema sintesi la radiografia della città emersa dalla quinta edizione della pubblicazione statistica 'Lugano in cifre', presentata oggi. Un volume particolarmente significativo, in quanto – come sottolineato dal responsabile del Servizio di statistica urbana Giorgio Maric – «si riferisce all'ultimo anno pre-Covid (ossia il 2019, ndr)». Sì, perché da quest'anno molte cose cambieranno e la statistica «sarà molto importante per analizzare e comprendere adeguatamente gli effetti della pandemia e la direzione da prendere».
Ma torniamo al 31 dicembre del 2019, quando per i più il Covid non significava nulla. La popolazione di Lugano 67'082 unità: 565 in meno rispetto all'anno precedente, ossia una flessione dello 0,8%. Non una novità purtroppo: è il quarto anno di seguito che c'è un calo demografico e si è ormai tornati quasi alla soglia del 2013. E se la questione dello spopolamento e dell'invecchiamento della popolazione della principale città ticinese si sta trasformando anche in un tema politico, questo trend non significa che Lugano sia una città morta. Anzi, a livello demografico vi è un grande dinamismo: «Uno dei maggiori in Svizzera – osserva Maric –, l'altissima mobilità, interna (fra quartieri, ndr) ed esterna (verso altri comuni, ndr), è uno dei tratti distintivi di Lugano. In particolare è la popolazione più giovane quella più soggetta a questo fenomeno».
A differenza degli anni passati, quando vi erano comunque diversi quartieri in controtendenza, nel 2019 sono solo due (Bogno +10 e Pregassona +18) quelli che hanno registrato un aumento demografico. Tra i rioni che hanno perso il maggior numero di abitanti, i popolosi Centro e Viganello: entrambi hanno più di 100 abitanti in meno. A contribuire al trend, sia il saldo naturale (211 decessi più delle nascite), sia quello migratorio (367 partenze più degli arrivi).
Notizie positive invece dal fronte economico (ma, ricordiamolo, siamo nel pre-Covid). Leggero aumento (+0,3%) del numero di attività economiche, per un totale di 17'373. In ottima salute la cultura (+6,2%) e farmaceutico e biomedico (+3,5%). Continua la contrazione del numero di società bancarie (-5,5%), male anche il commercio (-3,4% quello all'ingrosso, -1,2% quello al dettaglio), il manifatturiero (-1,8%), alberghi e ristoranti (-2,5%). In crescita sia il reddito imponibile totale, che soprattutto quello pro capite (+2%). «Questo aumento lento ma costante riguarda anche le zone più discoste, in coda alla classifica».
Il reddito pro capite è passato infatti dai 52'200 franchi del 2018 ai 53'100 dell'anno scorso. Il rione più ricco si conferma Castagnola con 90'900 franchi (2'200 in meno rispetto al 2019 però), con Cureggia seconda che continua la forte crescita (da 67'200 a 76'400 in due anni) e il boom di Loreto terza, con 70'600 (rispetto ai 64'700 del 2019). In coda se Certara, ma in crescita: da 28'600 a 30'700. Penultima Valcolla, che da 34'100 sale a 35'700. Aumenti che compensano i cali dell'anno precedente.
In chiaroscuro le altre cifre sul benessere. Sebbene siano in diminuzione i beneficiari di assistenza (-4%, 1'358 persone), è impressionante (+22%, ossia 788 unità) l'aumento dei cittadini che hanno fatto richiesta delle prestazioni sociali secondo il Regolamento comunale. E nell'anno pre-introduzione tassa sul sacco, buone notizie sul fronte rifiuti: diminuiscono sia quelli ricicabili (-4,5%), sia quelli non riciclabili (-0,9%), sia quelli totali (-2%). E proprio l'ambiente – qualità dell'aria e mobilità in particolar modo –, oltre purtroppo alla mortalità, rappresenta uno degli ambiti più monitorati dal Servizio durante questi mesi di pandemia. Informazioni che saranno ora analizzate ed elaborate per l'edizione 2021 di 'Lugano in cifre'.