Non si arresta il lento ma costante calo della popolazione nella principale città ticinese, oggi a quota 66'491. Anzi, complice il Covid, accelera.
È come se i quartieri di Barbengo o Sonvico si fossero separati. Dal 2015 – ossia da quanto ha raggiunto il picco – a oggi, Lugano ha perso circa 2'200 abitanti. Una diminuzione lenta ma costante, che oltretutto l'anno scorso si è potenziata a causa del Covid e dei relativi decessi. Al 31 dicembre scorso, indica la Città in una nota, gli abitanti erano infatti 66'491. Di questi, 62'754 residenti permanenti. Un dato che fa tornare il principale centro urbano ticinese più o meno alla stessa cifra del 2012. In controtendenza soggiornanti e frontalieri, passati da 1'058 a 1'165.
È stato un anno drammatico sotto il profilo del saldo naturale. Mentre sono crollate le nascite (436, -14%), c'è stato un boom dei decessi (882, +23%): quest'ultimi risultano quasi il doppio rispetto alle prime. Male, ma meno, anche il saldo migratorio, nel senso che gli arrivi (5'100) restano meno delle partenze (5'300), ma i primi (+5,2%) sono cresciuti più delle seconde (+1%).
I quartieri più popolosi restano: Molino Nuovo (9'453), Pregassona (9'322), Viganello (6'994), Centro (5'262), Breganzona (5'247) e Besso (5'127). Certara (+14,9%), Cimadera (+5,3%) e Carona (+2,9%) i rioni cresciuti di più; Barbengo (-3,9%), Caprino (-3,8%) e Pambio-Noranco (-3,2%) quelli con i cali più marcati. In aumento gli svizzeri dal 60,5 al 60,7%, seguono gli italiani (dal 24,2 al 24,3%), i portoghesi (da 1,9 a 1,8%), i tedeschi (stabili all'1,3%) e i serbi (dall'1,2 all'1,1%). In aumento spagnoli (+1,9%) e soprattutto francesi (+7,1%).