Luganese

Carona, verso la rinuncia alla biopiscina

La Commissione dell’edilizia firma il rapporto ma un emendamento chiede di realizzare un nuovo specchio d’acqua tradizionale

L'attuale centro balneare di Carona (Ti-Press)
23 giugno 2020
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Via libera al credito di 300'000 franchi destinato all’organizzazione di un concorso di architettura per la progettazione del centro balneare di Carona ma rigorosamente senza biopiscina. La Commissione dell'Edilizia ieri sera ha preavvisato favorevolmente il messaggio presentato dall'esecutivo di Lugano. A una condizione, però. Non si vuole sentir parlare del sistema di filtraggio e purificazione dell’acqua attraverso la fitodepurazione. Troppi i potenziali rischi di malfunzionamento che imporrebbero la chiusura. Questo è in estrema sintesi, il parere della maggioranza della commissione che, attraverso un emendamento, chiede una piscina tradizionale con forme naturali in maniera che si adatti al progetto di villaggio Glamping che sorgerà con la collaborazione del Touring Club Svizzero (Tcs). «Il progetto richiede una certa armonia con l'ambiente naturale circostante- osserva Alain Buehler, corelatore del rapporto -. Perciò noi proponiamo all'interno del rapporto un emendamento che chiede la costruzione di una piscina tradizionale ben inserita nel contesto paesaggistico del progetto definitivo. Quindi potrà essere, per esempio, invece della classica scaletta per entrare in acqua un pavimento degradante che accompagna i bagnanti in acqua.

Badaracco: 'Troppe controindicazioni. Peccato'.

Anche la Gestione dovrebbe seguire l'orientamento emerso in Edilizia e potrebbe firmare il rapporto nei prossimi giorni. Tanto che il Dicastero sport ed eventi di Lugano non farà barricate per difendere la bio piscina. «Durante gli incontri con i membri della commissione sono emersi giustificati timori nei confronti di questa tipologia di specchio d'acqua che potrebbe non funzionare a causa di una serie di potenziali problemi - dichiara il titolare del dicastero di Lugano Roberto Badaracco -. Ci sono i effetti controindicazioni legate anche all'ubicazione, al clima caldo e al ricambio dell'acqua». Problematiche di cui il Dicastero è pronto a tener conto alla luce dell'ingente investimento complessivo previsto per rilanciare il centro balneare che, ricordiamo ammonta a ben sette milioni di franchi. «Gli esempi di bio piscina presenti in ambienti naturali in Svizzera tedesca funzionano bene, piacciono ed erano apprezzate anche dal Tcs - continua Badaracco -. Sarebbe stata la prima del genere (pubblica) in Ticino ma capisco le obiezioni sollevate dai membri dell'Edilizia che comunque sottoscrivono il progetto di rilancio sportivo e valorizzazione turistica della piscina di Carona e del comparto annesso. Questo per noi è fondamentale».

Maggiori costi di gestione a carico della Città

Dopo aver consultato il Tcs, che si è detto dispiaciuto perché la bio piscina avrebbe potuto fungere da fiore all'occhiello del progetto e come ulteriore fattore di richiamo, il Dicastero non si straccerà le vesti se l'emendamento dell'Edilizia dovesse ottenere la maggioranza in Consiglio comunale. «Peccato. Ne prendiamo atto. Però l'importante è che il progetto possa proseguire con un altro tipo di struttura tradizionale (in ogni caso non più olimpionica bensì con accessi più dolci in armonia con il verde e il 'villaggio Glamping' che sorgerà attorno). Una piscina che utilizzerà la soluzione clorata per la 'pulizia' dell'acqua. Il Consiglio comunale dovrà comunque tener conto di maggiori costi di gestione che saranno a carico della Città», osserva il titolare del Dicastero sport ed eventi di Lugano. La questione verrà discussa anche in Municipio prima che il messaggio venga inserito all'ordine del giorno della prossima seduta di legislativo in agenda lunedì 6 e martedì 7 luglio. Intanto, come noto l'attuale struttura rimane aperta al pubblico.

Sarebbe troppo complicato il ricambio dell'acqua

Hanno quindi fatto breccia le obiezioni sollevate dal presidente dell'Edilizia Urs Luechinger che, assieme ai colleghi di commissione, ha incontrato il progettista della biopiscina situata in riva al Lago di Comabbio (Varese) riscontrando una serie di problematiche che sconsigliavano la realizzazione di uno specchio d'acqua naturale nel comparto di Carona dove non c'è un fiume, né bacini imbriferi e nemmeno un riale che possa garantire il rapido ricambio dell’acqua se il carico batterico dovesse essere troppo alto da pregiudicare la balneabilità della struttura. Senza dimenticare la questione della temperatura dell'acqua che in primavera sarebbe troppo fredda mentre in estate potrebbe riscaldarsi tanto da ostacolare il funzionamento delle piante che sulla carta garantirebbero una capacità di pulizia ecologica per un'affluenza stimata in 2’000 bagnanti al giorno. Un altro potenziale problema è legato alle creme solari che oggi sono idrorepellenti. Insomma, ci sono una serie di rischi che sarebbe meglio evitare per non mettere a repentaglio l'intero progetto.