Luganese

Lugano, una ventata d'ottimismo lunga vent'anni

Quattro chiacchiere con David Camponovo direttore di 'Ticino by Night & Day', rivista patinata rimasta ancorata a persone e prodotti locali

Una delle due prime pagine (fonte: Ticino by Night & Day')
14 giugno 2020
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«Intervistai Max Pezzali la prima volta al casinò di Campione d'Italia, lo fotografai con una donna che successivamente diventò sua compagna. Lui mi chiese di non pubblicarla. Io gli diedi la mia parola e cancellai l'immagine, cosa che forse altri colleghi italiani non avrebbero mai fatto. Qualche anno dopo Max tornò alla Resega per un concerto e, oltre a rendersi disponibile per un'intervista mi ringraziò per aver mantenuto la parola. La stessa cosa mi successe con altri artisti italiani, fra cui Guccini e Al Bano che quando lo incontrai a Campione era arrabbiato con i giornali italiani a cui dedicò solo cinque minuti mentre io gli potei parlare per oltre mezz'ora». Questi sono solo un paio dei tanti aneddoti che ci racconta David Camponovo, direttore responsabile di 'Ticino by Night & Day', rivista giunta al ventesimo anno di pubblicazione. Un aneddoto che aiuta a comprendere il vulcanico 44enne di Pedrinate che ha sempre vissuto a Lugano. Lui si definisce genuino, amante della sua terra e malato di 'ticinesità'.

Un'avvenura cominciata quasi per caso

«Adoro la storia del mio cantone e ad esempio le tante vicende legate al contrabbando che in passato hanno caratterizzato le zone di confine e non solo del Ticino - esordisce Camponovo -. Il ticinese è però un po’ criticone e spesso si dimentica che sta vivendo in un paradiso. Siamo abituati alle nostre bellezze che non ci facciamo quasi più caso. Putroppo, non ci si rende conto della fortuna che abbiamo a vivere qui. Eppure, basta uscire dai confini per accorgersene. Ci si è dimenticati che dal Ticino, per sbarcare il lunario, si doveva emigrare fino a dopo la seconda guerra mondiale». Il direttore è molto dispiaciuto della situazione difficile che sta vivendo Campione d'Italia, dove si è recato spessissimo per lavoro. «Cominciammo questa avventura nel settembre del 1999. L’idea venne a Roberto Pulfer che non è più fra noi e che con altre due persone, volle creare una rivista con l’idea di rispondere a una domanda: stasera cosa c’è da fare a Lugano e in Ticino?». 

Il gioco degli scacchi come bussola

E fu proprio Roberto Pulfer a contattarlo. «All’epoca mi occupavo di vendere spazi pubblicitari per conto di un'associazione benefica. Fu un amico che giocava a scacchi a parlare di me a Roberto che cercava un venditore - racconta Camponovo affiliato a una trentina di associazioni -. Poi, come indipendente iniziai a collaborare con diverse riviste e media. Ho lavorato per un breve periodo anche per Rete 55. Nel contempo, cresceva in me la grande passione per gli scacchi, come una bussola che mi accompagnerà tutta la vita». All’inizio e fino a 5 anni fa, la rivista si chiamava ‘Ticino by Night’. «MI ricordo che allora tanti ritenevano fosse solo una meteora. Invece la rivista che parte a cadenza stagionale ogni 4 mesi, si è trasformata concentrandosi sulle richieste della gente. Siamo stati paladini del km 0 e il nostro ruolo è stato di offrire positività e ottimismo. Abbiamo cercato soprattutto fotograficamente di riprendere le persone e i loro amici. Siamo stati fra i primi a proporre servizi fotografici nei locali».

'Da sempre paladini dei prodotti locali'

«Da sempre la rivista si è rivolta al territorio ticinese cercando i prodotti locali come il vino o il formaggio, squisitezze che spesso purtroppo non sono valorizzate a sufficienza. Questi 20 anni sono stati per me un'opportunità di accompagnare lo sviluppo del Ticino nonostante la globalizzazione. Col passare del tempo la rivista è diventata un giornale, sono aumentate le collaborazioni e io sono diventato Rp. Abbiamo avuto anche fortuna, forse oggi un'esperienza del genere sarebbe più difficile. Siamo nati negli anni del successo dei Gotthard che abbiamo sostenuto e il gruppo ci ha accompagnato. Tanto che è nata un'amicizia personale con i componenti». L'edizione speciale post- Covid, continua Camponovo, «è un numero di rinascita dopo un periodo durissimo. Perciò, per una delle copertine abbiamo scelto la foto del san Salvatore, per mostrare che abbiamo i mezzi per risalire come fece il gruppo dieci anni fa dopo la scomparsa di Steve Lee diventando Testimonial del Ticino nel mondo. Poi c'è lo speciale di 30 pagine sulla pandemia in cui abbiamo dato la parola a persone 'comuni' e ai politici. Spero che questo virus abbia lasciato anche un po’ di solidarietà. Noi stampiamo da più di dieci anni alla Buona stampa e alla tipografia Fontana Print».

Verso una piattaforma digitale

La rivista viene pubblicata in 10-15mila copie. «Ora stiamo sviluppando una piattaforma digitale un sito sempre legato al Km 0 ma completamente nuovo e altri come TiMusica, TiSport. In un batter d’occhio abbiamo avuto 6’000 amici su Facebook e il confinamento mi ha dato tempo per capire che occorre crescere anche sul digitale e interagire con i social media sebbene non facciano parte del mio Dna. Mi piace il contatto con le persone e nel Lockdown ho fatto davvero fatica senza interazione con gli altri non solo con i clienti un periodo che ha penalizzato parecchio la rivista», osserva il direttore che ringrazia il “fido scudiero” Stefano Pedrazzetti da oltre 14 anni grafico principale e i soci del giornale: il professor Silvio Di Giulio (presidente del gruppo Comites Ticino) e Raffaello Pura.