Tra gli indagati dalla Procura di Como figurano anche due ex sindaci dell'enclave. I reati ipotizzati sono abuso d'ufficio e falso bilancio
Sono in totale 19 (18 persone fisiche più la società Casinò di Campione Spa) gli indagati per la gestione del Comune e del Casinò di Campione d'Italia. Fra loro anche i due sindaci in carica nel periodo esaminato dalla Procura della Repubblica di Como, che ha recentemente concluso la complessa indagine preliminare avviata nel 2017. I reati ipotizzati sono abuso in atti di ufficio, falsità ideologica in atti pubblici e falsa attestazione della residenza.
Tra le accuse formulate dal procuratore pubblico Nicola Piacente figurano la rinuncia a crediti liquidi, certi ed esigibili vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco; la modifica, svantaggiosa per il Comune, della convenzione siglata nel 2014 tra l'ente locale e la società di gestione della casa da gioco e l’ulteriore aggravamento del dissesto del Comune (dichiarato nel giugno del 2018) facendo ricorso ad anticipi di tesoreria.
Oltre a due ex sindaci (Marita Piccaluga, in carica dal 2007 al 2017, e Roberto Salmoiraghi, in carica dal giugno del 2017 al settembre del 2018), tra gli indagati figurano anche un vicesindaco, un segretario comunale e un Capo area economica finanziaria.