Luganese

Aeroporto Lugano, reazioni contrastanti

Dall'appoggio incondizionato della Lega dei ticinesi alle critiche di Ps e Plr fino a quelle rivolte al Cantone che "deve finanziare il Piano sociale"

Un messaggio che suscita discussioni (Ti-Press/ archivio)
19 maggio 2020
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Sono giorni cruciali per l'aeroporto di Lugano-Agno che potrebbe anche chiudere per un periodo limitato di tempo. Intanto, le proposte del Municipio sotto forma di messaggio suscitano reazioni contrastanti fra i capigruppo in Consiglio comunale. C'è anche però chi sposa la linea dell'esecutivo. Come Lukas Bernasconi, vicecapogruppo della Lega dei ticinesi: «Il Municipio ha spiegato le ragioni che hanno determinato la scelta di mettere in liquidazione Lugano Airport Sa (Lasa). Abbiamo sempre sostenuto l’aeroporto.e siamo molto dispiaciuti, in particolare per i dipendenti che hanno perso il lavoro. La liquidazione ordinaria e ordinata, con il passaggio alla città delle proprietà necessarie a garantire il funzionamento, permette di mantenere in vita le attività di base dell’aeroporto evitando la chiusura e la conseguente perdita della concessione.  Il quadro generale si presenta molto più attrattivo per i privati interessati alla futura gestione dello scalo. È giusto creare un fondo a favore dei dipendenti senza impiego, speriamo possano trovare rapidamente una nuova occupazione. Condividiamo le scelte fatte sia nei tempi che nei modi: il Municipio ha dimostrato capacità decisionale e rapidità di esecuzione muovendosi nel rispetto del decreto esecutivo del Consiglio di Stato del 20 marzo».

Simona Buri, capogruppo Ps, si esprime a titolo personale e fa notare «che non è accettabile attribuire tutta la colpa al Covid-19 come nel messaggio.  L'evento eccezionale può aver influito negativamente su Lasa, ma era abbastanza scontato e noto a tutti che l'aeroporto era già a terra di suo. Il messaggio può essere considerato anche accettabile, ormai la frittata é fatta e probabilmente non ci sono tante altre soluzioni. Voglio pensare che quanto ci venga proposto per questa liquidazione sia stato ponderato, tuttavia, altre voci vanno sicuramente ascoltate. I sindacati o i rappresentanti del personale sostengono che i 21 collaboratori che verranno ripresi dalla Città non siano sufficienti, ma che ce ne vorrebbero almeno 26. Chi ha ragione? Gli stessi ci dicono che l’introduzione di un’interruzione delle attività sul mezzogiorno sia penalizzante, perché proprio in questo lasso di tempo vi era molto lavoro, e questo farebbe perdere attrattiva all’aeroporto. Chi ha ragione?».

La capogruppo Ps riprende parte del messaggio: "allo stato attuale la Lasa in liquidazione non ha la capacità finanziaria di proporre un piano sociale per il proprio personale che a fine maggio perderà il lavoro”, saluta positivamente il fatto che la Città voglia finanziarlo con mezzo milione ma di chiede se basterà per tutti e ritiene che ili Cantone debba «assumersi le sue responsabilità (sia per il ricollocamento che per gli oneri finanziari) e il Municipio non può solo fare un auspicio. Inoltre ricordo che il gruppo Ps ha inoltrato in gennaio la mozione “Per un piano di ricollocamento di tutto il personale senza lavoro o in esubero all’aeroporto di Lugano-Agno”, sempre pendente sui tavoli della Gestione  E sul trapasso ai privati si augura che «quanto verrà loro richiesto per il diritto di superficie sia un prezzo giusto e non regalato!».

Nicola Schoenenberger, capogruppo dei Verdi: «Dopo anni di fantasie, finalmente il Municipio presenta un messaggio sobrio, dai contenuti attendibili. Secondo noi lo senario migliore rimane la dismissione, bisognerebbe riflettere su un altro futuro per quel sedime. Mi spaventa l'ipotesi di una società privata che faccia il bello e il cattivo tempo. Lugano dovrebbe anche pretendere che il Cantone, che dei posti di lavoro ha fatto il cavallo di battaglia, assicuri la riqualifica e l’assunzione dei dipendenti in esubero e, in secondo luogo, partecipi a finanziare il piano sociale.

Tiziano Galeazzi, capogruppo Udc. «Nella drammaticità della situazione venutasi a creare in questi mesi e con la situazione straordinaria federale e  cantonale, il Municipio ha provveduto unilateralmente a decidere sulle sorti dell'aeropoto. Capiamo ovviamente la situazione e cosi anche la scelta della liquidazione controllata, l'unica soluzione possibile per non far fallire lo scalo, ma un coinvolgimento maggiore del legislativo poteva starci. Non resterà cosi che prenderne semplicemente atto. Potevano esserci anche altre vie. In ogni modo vi sarà sicuramente una discussione di tutti i gruppi, a posteriori, al prossimo Consiglio comunale».

Karin Valenzano, capogruppo Plr, sostiene che «il messaggio chiuda un capitolo di cattiva politica, che ha portato alla liquidazione, di fatto forzata, di una società della Città. Quest’ultima ha fallito nel difendere le proprie infrastrutture e il lavoro a esse connesso. La democrazia è stata sbeffeggiata e la colpa non è del Covid-19. Al Consiglio Comunale non resta ora che decidere se assolvere o meno questa gestione e chi ne ha condotto le danze. Un’ improvvisazione, il cui costo è sopportato dalla collettività e dai più deboli: i dipendenti. Perché questa brutta pagina di politica non abbia a ripetersi, è necessario sviluppare in fretta una cultura di gestione aziendale sana, competente e responsabile».

Michel Tricarico, capogruppo Ppd ritiene che nella complessa e dolorosa vicenda Lasa vi siano almeno tre aspetti prioritari: sostegno ai dipendenti licenziati con un piano sociale finanziato da Città e Cantone (sarei stupito che anche il Gran Consiglio, che aveva deciso con convinzione di aumentare la partecipazione dal 12.5 al 40%, ora sparisse dai radar), garantire la continuità dell’aeroporto a salvaguardia anche delle aziende operative, lanciare immediatamente un invito pubblico a manifestare interesse per la gestione dell’aeroporto da parte di privati»,