L'emergenza virus aggrava la situazione e il comitato civico scrive un accorato appello al commissario prefettizio e ai vertici della politica romana
"Si adottino i provvedimenti immediati al fine di ripristinare il pieno godimento dei diritti della comunità di Campione d'Italia'. Lo ha chiesto il Comitato civico di Campione d'Italia in una lettera inviata sabato al commissario prefettizio Giorgio Zanzi, al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, ai ministri Di Maio, Mauri e Misiani, all'ambasciatore d'Italia in Svizzera Silvio Mignano e al console Italiano di Lugano Mauro Massoni. Una lettera che ricorda come il territorio dell'enclave è all'interno dello spazio doganale dell'Unione europea, ciò che penalizza la comunità dopo la chiusura del casinò e il dissesto finanziario del Comune, ponendo altri vincoli burocratico-doganale, irragionevoli.
Questi problemi sono aggravati dall'emergenza sanitaria del Covid-19 che amplifica il senso di isolamento e di angoscia sottolinea il comitato. A Campione si devono rispettare disposizioni, norme e prassi sia italiane che svizzere, spesso fra loro incoerenti e disarmoniche. Questo quadro giuridico ha causato la sospensione dei servizi degli operatori specializzati svizzeri, come la manutenzione e l'assistenza degli impianti di riscaldamento, degli ascensori, delle apparecchiature mobili per disabili e altri. Fortunatamente, la Svizzera ha continuato a garantirne alcuni indispensabili, come i trasporti sanitari di emergenza con le ambulanze, i ricoveri ospedalieri, gli interventi dei vigili del fuoco, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.
Il comitato evidenzia che a Campione non è più possibile raccogliere e smaltire materiali da demolizioni edili e da taglio del verde e delle piante, né dal 1° gennaio smaltire la plastica, i medicinali scaduti, i rifiuti speciali della farmacia. Il paradosso è che la situazione non muta sia che ci si affidi a ditte italiane o svizzere: sia il richiedente residente che la ditta incaricata sono costretti a confrontarsi con lunghe e costose pratiche. Risultato? Spesso queste complicazioni comportano il rifiuto del servizio, sia da parte di operatori italiani che svizzeri. Il nuovo regime doganale, continua la lettera, ha già comportato la chiusura del servizio postale svizzero, attivo a Campione da oltre 50 anni e i campionesi sono costretti a rivolgersi all'ufficio di Ponte Chiasso per ritirare la posta raccomandata, circa km 50 fra andata e ritorno.
L'incertezza introdotta dal nuovo regime doganale è aumentata con l'inasprimento dei controlli legati all'epidemia Covid-19. La lettera evidenzia l'assenza di negozi alimentari a Campione: tutti i punti vendita di generi alimentari accessibili in un raggio di km 25 si trovano in Svizzera. È successo che un campionese non sia stato autorizzato a passare il confine per fare la spesa in Svizzera, perché le deroghe che consentono la circolazione delle persone all'interno del territorio italiano per ragioni di necessità (come la spesa), non trovano automatica applicazione anche in Svizzera. Negli ultimi giorni anche la dogana Italiana a Campione è stata chiusa a tempo indeterminato, con l'invito alla popolazione di rivolgersi a quella di Ponte Chiasso.
La normativa Ue, prosegue il comitato, è stata adottata sulla base di un presupposto del tutto infondato, ovvero «in quanto le motivazioni storiche che ... giustificano l'esclusione (di Campione], quali l'isolamento e gli svantaggi economici, non sono più pertinenti». Però, non è mutato contesto politico-economico di Campione d'Italia; i fatti e l'emergenza attuale confermano l'infondatezza di tale presupposto. In questo scenario, il comitato chiede azioni per giungere nei tempi più brevi alla sospensione de jure dell'applicazione di una norma doganale che, di fatto, è già disapplicata sia del cittadino che dell'operatore doganale. In tal modo verrebbero ripristinati - almeno sino all'accordo quadro italo-svizzero su Campione d'Italia - la libera circolazione delle persone e il libero transito delle merci e dei servizi da e per Campione dal circostante territorio vizzero, in linea con i precedenti usi e consuetudini centenari.