Mentre si attende la decisione del Consiglio di Stato sulla data del referendum, il direttore e Jelmini lanciano un appello alla politica.
"Di fronte a una situazione straordinaria, ci vogliono misure straordinarie". Lorenzo Jelmini, sindacalista Ocst e deputato in Gran Consiglio, ritiene che il Consiglio di Stato debba decidere al più presto se rinviare il voto sui referendum contro i crediti stanziati dal Consiglio comunale di Lugano e dal Parlamento cantonale previsto il 26 aprile. Il rinvio appare scontato e una decisione in tal senso è attesa prossimamente. In ogni caso, Ocst e Unia stanno pensando di scrivere alle autorità cantonali e comunali affinché intervengano con misure urgenti iniettando liquidità nella società di gestione, la Lugano Airport Sa (Lasa).
Anche nel caso di un rinvio della votazione, la situazione per lo scalo sarebbe vieppiù complicata. "Se Lasa non venisse ricapitalizzata, dovremo depositare i bilanci. Però, forse si potrebbe accedere ai crediti concessi dalla Confederazione per le aziende in difficoltà", ipotizza Maurizio Merlo, direttore dell'aeroporto, secondo cui "in questa situazione particolare a cui si aggiunge l'emergenza sanitaria, abbiamo bisogno di liquidità. Ora l'attività allo scalo è ridotta al minimo ma l'infrastruttura viene usata dalla Rega, servirà agli aerei militari. Pensare di chiuderla con questa emergenza sanitaria e le relative varie urgenze di soccorso, mi sembra una follia".
Intanto, l'aviazione generale, dopo un inizio anno confortante con una crescita del 15% negli ultimi mesi, "è ridotta al minimo. Non c'è da sorprendersi visto che l'economia è quasi ferma", osserva Merlo che auspica una decisione dell'autorità cantonale che forse sta pensando a quale strada scegliere per erogare un 'credito ponte' per mantenere in vita Lasa e l'operatività minima dell'aeroporto. Nei giorni scorsi, anche Avilù ha fermato la propria attività, eccetto per i corsi di teoria, a distanza.