Luganese

Lugano, altri soldi allo scalo? Proposta criticata

Genera confusione ed è sotto esame dal profilo formale e istituzionale la richiesta del Ps-Pc (fra i promotori del referendum) di stanziare denaro per Lasa

L'aeroporto di notte (Ti-Press
18 febbraio 2020
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«Posso capire i motivi ‘nobili’ a tutela dei lavoratori e per assicurare più tempo in vista di un possibile coinvolgimento dei privati nella gestione dell’aeroporto. Però, mi lascia perplesso il fatto che a proporre al Consiglio comunale di stanziare soldi pubblici a favore dell’aeroporto siano gli stessi che hanno promosso il referendum contro i crediti già stanziati». Non nasconde il proprio scetticismo il sindaco di Lugano Marco Borradori in merito alla proposta formulata dal Ps-Pc (cfr. ‘laRegione’ di ieri) di votare una risoluzione per aggiornare il preventivo 2020, per coprire le perdite di Lasa (Lugano Airport Sa) per tutto il 2020 e per evitarne in ogni caso il presunto fallimento, visto che il credito di 780’000 copre le perdite fino a fine aprile 2020 e quindi andrebbe triplicato.

Una proposta che fa discutere e raccoglie critiche quasi unanimi. Tanto che, aggiunge il sindaco, «è stata sottoposta all’esame giuridico e istituzionale del servizio giuridico cittadino». L’unica certezza è il rischio di generare confusione nell’attuale clima pre-elettorale e a poco più di due mesi dalle votazioni popolare sui referendum. Confusione che esiste anche sulle interpretazioni degli esiti finali della doppia consultazione. Ancora Borradori: «Da una parte, fa piacere che i membri del Ps-Pc abbiano preso sul serio le ripercussioni per i dipendenti, perché se le votazioni andranno a finire male, Lasa è destinata a fallire mentre lo scalo potrebbe sopravvivere, ma questa è soltanto un’ipotesi di lavoro e dipende dalla trattativa con i privati che non potrà essere avviata prima del 26 aprile, data della doppia consultazione». Il sindaco conferma inoltre il fatto che Lasa stia usando la parte non referendabile del contributo stanziato dal Consiglio comunale.

Dal canto suo, la capogruppo Plr in Consiglio comunale Karin Valenzano Rossi deve ancora approfondire quanto richiesto dal Ps-Pc e discuterne in gruppo: «Di primo acchito, i 780’000 franchi deliberati dal Cc di novembre sembrano già essere stati completamente utilizzati ed esauriti, malgrado il referendum. Non è nemmeno chiaro quanto richiesto dal Ps che sembra contraddire il lancio stesso dei referendum. I fatti ci stanno comunque dimostrando che i punti di convergenza dei capigruppo erano la via da percorrere per salvaguardare i dipendenti e mettere in sicurezza lo scalo».

È parecchio più dura la presa di posizione dell’Udc, il cui capogruppo Tiziano Galeazzi parla senza mezzi termini di «una pagliacciata in salsa preelettorale del Partito socialista». E aggiunge, senza entrare nel merito della proposta di risoluzione, che «questa proposta pare sia stata fatta perché si prospetterebbe una mal parata nell’esito del referendum che a Lugano potrebbe non raccogliere l’adesione sperata. Però, in questo modo si bistratta la democrazia». Più o meno sulla stessa linea è la Lega dei Ticinesi. Il vicecapogruppo Lukas Bernasconi: «Allo stato attuale il Consiglio comunale di Lugano ha già concesso i soldi per evitare il fallimenti di Lasa. Contro questo e altri crediti è stato lanciato il referendum».
«Non capisco perché in questa fase bisogna chiedere altro soldi al legislativo. Noto peraltro che è stato firmato solo dai socialisti e non dai Verdi». Il capogruppo Michel Tricarico prima ne parlerà con i colleghi di gruppo anche per capire se lo strumento scelto della proposta di risoluzione sia davvero applicabile. Potrebbe essere che il Ps si sia reso conto che avendo lanciato il referendum c’era il rischio che l’aeroporto chiudesse».

I Verdi di Lugano non hanno sottoscritto la proposta di risoluzione del Ps-Pc. Come mai? «Non vogliamo entrare nella logica del ricatto, della serie se la maggioranza della popolazione vota il referendum, si chiude baracca – risponde Nicola Schoenenberger –. Da anni Lasa avrebbe già dovuto depositare i bilanci in Pretura, non lo ha fatto solo grazie ai milioni di crediti che il Municipio ha provveduto a postergare. La nostra prospettiva è sempre stata quella di chiedere la sospensione dell’erogazione di contributi pubblici e chiedere l’inclusione di uno scenario che conduca alla dismissione totale delle attività dell’aeroporto in quell’ampio sedime».