La disponibilità dell'ex consigliere agli Stati accende il dibattito sui social e anche fra gli altri (papabili) candidati del Ppd c'è qualche voce critica
“Con la fusione di Ambrì-Piotta e Lugano, sta per nascere l'Hc Ticino”. Fra i tanti commenti da leoni da tastiera, nella giungla dei social trovarne uno ironico e tutto sommato divertente non è facile. Il riferimento è chiaramente alla disponibilità data dal presidente del Consiglio d'amministrazione dell'Hockey club leventinese per la candidatura al Municipio di Lugano. Se, finora, è sicuramente ‘la’ notizia politica di questa campagna elettorale bis e se altrettanto certamente la caratura politica di Filippo Lombardi – per vent'anni consigliere agli Stati, ex capogruppo Ppd nell'Assemblea federale e uno dei politici più influenti a Palazzo – è fuori di dubbio, è pure vero che la sua discesa in campo ha acceso il dibattito.
In rete, la piazza del nostro secolo, le critiche sono numerose. Alcune relative all'età (64 anni) dell'ex ‘senatore’, altre relative al suo ruolo in ambito sportivo, altre ancora al suo domicilio. E, con toni naturalmente più pacati, sono diversi anche i politici che hanno espresso perplessità su ‘Facebook’ ad esempio. Tra i socialisti, in particolare: “Lugano non può diventare il Comune-rifugio per i decaduti” (Mattea David) o “toglie un posto in squadra a un promettente calciatore che deve poter dimostrare il suo valore” (Aurelio Sargenti). Posizioni alle quali personalità di spicco del Ppd, dal presidente cantonale Fiorenzo Dadò al granconsigliere Lorenzo Jelmini, hanno replicato difendendo la scelta luganese. Ma l'orientamento della Commissione cerca non fa l'unanimità neanche fra gli altri papabili candidati all'esecutivo cittadino del partito.
Da noi intervistato ieri, Lombardi ha detto di voler fare squadra ma ha ricordato che le elezioni rappresentano una competizione non solo fra partiti ma anche fra candidati. Cominciamo quindi da Lorenzo Beretta Piccoli, consigliere comunale che secondo nostre informazioni proprio come il capogruppo Michel Tricarico avrebbe deciso di ritirarsi dalla corsa. «Non confermo e non smentisco – ci dice –, sono comunicazioni che abbiamo deciso di delegare alla Commissione cerca. Le mie riflessioni sulla candidatura non sono tuttavia legate al suo nome in lista. Su Filippo non ho nessuna riserva. Fa benissimo a esserci e ne sono contento, il Municipio ha bisogno di una figura come la sua. Porta tantissima esperienza, soprattutto per dossier complicati come quelli che sono sul tavolo adesso, come ad esempio il Polo sportivo e degli eventi (Pse). Ha un carisma molto importante, ragionando in termini hockeystici è uno 'straniero' che può portare valore aggiunto e fare la differenza (ride, ndr)».
Qualche rumor su una possibile non ricandidatura è girato anche su Lorenzo Pianezzi, che però smentisce: «No, ho dato la mia disponibilità per far sì che il turismo possa essere ancor più centrale nelle decisioni della politica. Lugano era la terza piazza finanziaria, ma si è un po' persa la bussola della città. Penso debba concentrarsi su questo settore per diventare una destinazione turistica a 360 gradi». E su Lombardi? Il presidente di Hotellerie Suisse Ticino la pensa un po' diversamente: «Vista l'esperienza che porta con sé può essere un bene per il partito. Da giovane candidato mi chiedo però se non sarebbe stato utile averlo dietro le quinte a spingere una nuova generazione. Chapeau per tutto quello che ha fatto, ma credo abbia raggiunto un'esperienza e un'età tali per le quali potrebbe fare da mentore a un gruppo di giovani che potrebbero essere il futuro del partito. Ben venga comunque la sua candidatura perché può darsi che salvi il seggio».
Proprio quest'ultimo aspetto, la necessità di salvare l'unico seggio che verrà lasciato vacante dall'uscente Angelo Jelmini, è al centro anche delle riflessioni dell'ex presidente sezionale Laura Tarchini. «Pur essendo possibile candidata e ambendo quindi al seggio, penso sia un bel colpo. Credo si debba ragionare soprattutto nei termini di non perdere il seggio. È una candidatura forte, una persona con grande esperienza e autorevolezza. Non può che portare bene alla lista. I contatti che ha a Berna e in ambito sportivo, ad esempio in vista dei nuovi progetti, non possono che far bene. Se andrà in lista e molto probabilmente in Municipio potrà dare una carica nuova al partito. Purtroppo in questi anni non abbiamo perso solo voti, ma anche un po' di carisma. Non ho più visto un gruppo veramente agguerrito, presente sui temi e che si fa sentire. A me spiace molto che il partito abbia perso tono (e persone, aggiungiamo noi, viste le defezioni dei consiglieri comunali Sara Beretta Piccoli e Giovanni Albertini, ndr) e non si senta più tanto. Ad esempio, sulla mozione del Plr riguardo al Pse si sarebbe potuto dire qualcosa, altri l'hanno giustamente fatto».
E, seppur in modo diverso, le altre due papabili candidate ritengono che invece la partita sia ancora aperta. «Io ho sempre sostenuto una lista la più forte possibile – commenta Nadia Ghisolfi –. Lombardi è una figura importante all'interno del partito, ha fatto tanto... fa quasi un po' strano candidarsi ‘contro’ di lui: tutti lo stimiamo. Io ho già avuto modo di confrontarmi con Filippo quando c'è stata la scelta del presidente cantonale (competizione vinta poi da Fiorenzo Dadò, ndr) – ricorda la granconsigliera –. Ho quindi già avuto modo di mettermi ‘alla pari’ con lui in un certo senso, vedremo come va questa volta... Spetterà comunque agli elettori scegliere. Non darei per scontato nulla. L'importante è non perdere il seggio, un Municipio senza rappresentanti Ppd sarebbe poco rappresentativo delle realtà e delle sensibilità di Lugano. Essendoci questo rischio, tutto ciò che può contribuire a evitarlo è benvenuto». «È positivo che sia stata trovata una persona con molta esperienza politica, seppur a livello nazionale – osserva infine la consigliera comunale e presidente sezionale Benedetta Bianchetti –. Non ho alcuna preclusione nei suoi confronti, anzi: benvenuto. Sono serena, farò la mia campagna come l'avrei fatta senza di lui». Non teme possa precludere qualche possibilità agli altri in lista? «Sinceramente no. Anche quella di Michel (Tricarico, ndr) era una candidatura forte. Dobbiamo fare squadra, ma per salvare il seggio ci vuole anche una competizione interna, che penso possa essere ancor più stimolante per gli altri candidati».
L'assemblea del Ppd di Lugano, ricordiamo, si terrà il 29 gennaio.