Luganese

Sara Beretta Piccoli lascia il Ppd e guarda ai Verdi

Quattro anni fa era risultata la prima subentrante in Municipio, ieri ha rinunciato a candidarsi per il Consiglio comunale con i popolari democratici

Sara Beretta Piccoli (Ti-Press)
22 gennaio 2020
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Oltre ad aver ricevuto tante attestazioni di stima, Sara Beretta Piccoli, esclusa dalla lista per il Municipio nell'assemblea della sezione Ppd di Lugano di venerdì scorso, è stata contattata da altri partiti che le hanno chiesto di valutare di candidarsi per loro. In pole position ci sono i Verdi di Lugano che si riuniranno in assemblea venerdì sera. Da noi contattata, l'interessata preferisce non rilasciare dichiarazioni.

La risposta alla commissione Cerca
Sara Beretta Piccoli che nelle elezioni comunali di quattro anni fa aveva ottenuto un brillante risultato arrivando a essere la prima subentrante in Municipio subito dopo l'eletto Angelo Jelmini, ieri sera nell'incontro con il coordinatore della commissione cerca del Ppd Claudio Bignasca ha confermato di non volersi candidare per il legislativo assieme ai popolari democratici.

Jelmini: 'No comment'
Dal canto suo, il municipale uscente e presidente ad interim della sezione Angelo Jelmini non commenta questa scelta ma annuncia che le candidature definitive del Ppd per il Consiglio comunale, per il quale dovrebbe essere della partita anche l'ex consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, si sapranno nel corso della giornata di lunedì 27 gennaio, termine ultimo per la presentazione delle liste per le elezioni comunali del prossimo 5 aprile.

Boneff: 'Irregolare la nomina di Jelmini'
Intanto, l'ex consigliere comunale Ppd, Armando Boneff precisa di aver dubitato non tanto della regolarità dell’assemblea quanto sulla modalità di nomina di Angelo Jelmini quale presidente ad interim della sezione. Richiamando lo statuto, che prevede la nomina del presidente da parte dell’assemblea, Boneff visto che un’assemblea straordinaria non è stata convocata, sostiene che la nomina di Jelmini non è valida: "Gli artefici del golpe azzurro avrebbero potuto favorire il loro pupillo candidato al Municipio, in modo meno eclatante".

Jelmini: 'Accuse fuori luogo'
La polemica di Boneff è fuori luogo secondo Jelmini: "Oggi abbiamo un Ufficio presidenziale (Up) legittimamente costituito sulla base dello statuto, con un presidente dimissionario dal 1° gennaio (Angelo Petralli. ndr), quindi istituzionalmente la competenza a condurre l'Up toccherebbe a Benedetta Bianchetti. Io, invece, per statuto sono membro dell'Up. Considerato che la vice è in lista per il Municipio, è stato ritenuto inappropriato che conduca la campagna elettorale, per cui la scelta pragmatica adottata è stata quella di incaricare me a condurre ad interim la sezione".

'L'ufficio presidenziale ha facoltà di procedere così'
Altrimenti, prosegue Jelmini, "per designare un nuovo presidente occorreva prima organizzare un processo di ricerca e convocare una successiva assemblea per designarlo. Comunque l'Up è l'autorità che conduce la sezione e al suo interno ha la facoltà di procedere come ha fatto. Siamo sicuri che dal profilo del diritto, la scelta è corretta, visto anche che è stata comunicata in assemblea e nessuno ha avuto nulla da obiettare".