La Gastro impugna l'ordinanza cittadina che dovrebbe entrare in vigore all'inizio dell'anno prossimo. 'Manca una tariffa forfettaria'
Circa 10mila franchi a carico dell’Hotel De la Paix, poco meno per il McDonald’s. Sono le stime dei costi che dovranno assumere i due esercizi a partire dal prossimo 1° gennaio. Oneri sproporzionati e troppo esosi. Perciò, come anticipato giovedì 21 novembre, l’associazione di categoria GastroLugano ha presentato ricorso contro l’ordinanza sui rifiuti di Lugano che, secondo le previsioni della Città, entrerà in vigore all’inizio del 2020. Nel mirino, l’assenza di una tariffa forfettaria, come previsto per tutte le altre attività economiche, per la tassa base (Iva inclusa) a carico degli esercizi pubblici. Un’assenza che pesa nelle future bollette.
Il ricorso è stato affidato all’avvocato Marco Garbani. Interpellato dalla Regione, il legale riconosce l’esigenza di porre criteri chiari e semplici da applicare nell’ordinanza, però i rifiuti prodotti dai clienti dei locali vengono già pagati con la tassa sul sacco, mentre la tassa base che occorre pagare per avere il servizio è indipendente dall’uso e dalla durata. Un esempio? «Se un esercente ha 10 sedie all’esterno per un mese dovrà versare la quota di tassa base per tutto l’anno – sostiene Garbani –. È una distorsione dei prezzi assurda. Se arrivasse a Lugano la Novartis da Basilea pagherebbe solo 800 franchi per le migliaia di dipendenti, mentre il McDonald’s di Lugano ne deve pagare 9’400. Non è normale».
Qual è la via d’uscita? «La proposta degli esercenti che avrebbero dovuto contestare il regolamento già cresciuto in giudicato, prevede una tariffa forfettaria come tocca a tutte le altre attività economiche – continua Garbani –. Perciò, senza ostacolare l’applicazione dell’ordinanza, abbiamo chiesto di pagare già la tassa base come se gli esercizi pubblici fossero parificati alle altre aziende mentre verrà valutato il ricorso. E c’è anche il problema dell’Iva che va eliminata. Come stabilito tre anni fa dal Tribunale federale, la Billag (tassa forfettaria) non è da assoggettare all’Iva perché è una tassa obbligatoria per tutti, indipendentemente dall’uso che se ne fa. Per i rifiuti vale lo stesso discorso che, se fosse accettato, vorrebbe dire rimettere in discussione l’Iva per tutti i Comuni del Ticino e forse della Svizzera».