Malgrado lo sconto concesso dal Municipio da 12 a 8 franchi per ogni sedia, esercenti insoddisfatti per la discriminazione rispetto alle altre categorie
«Qualcosa abbiamo ottenuto, ma chiaramente non ci basta. Vogliamo essere equiparati a tutte le altre attività economiche». Così ci risponde Michele Unternährer, presidente di GastroLugano, associazione di esercenti e albergatori che si era ribellata legalmente, come riferimmo lo scorso novembre, alla ‘tassa sulle sedie’ (o sui posti letto nel caso degli hotel) base di calcolo per la tassa sullo smaltimento dei rifiuti, entrata in vigore all’inizio dell’anno. «Stando così le cose, i ricorsi non li ritiriamo. Continuiamo a trattare». Ricorsi, ricordiamo, preparati e inoltrati per conto dei soci di GastroLugano dall’avvocato Marco Garbani.
Lo ‘sconto’ alla contestata tassa sui posti a sedere nei bar e ristoranti, è apparso all’inizio della settimana all’albo comunale cittadino. Una nuova ordinanza municipale, che corregge la precedente modificando il solo capitolo della tassa rifiuti riguardante bar e alberghi, stabilendo appunto in 8 franchi annui per sedia o posto letto l’ammontare della stessa, contro i precedenti 12 franchi. A questo importo si aggiunge ovviamente la spesa per i sacchetti. Un trattamento che gli esercenti hanno da subito giudicato discriminatorio nei loro confronti. L’argomento è stato rilanciato a livello di Consiglio comunale, tramite una interrogazione al Municipio del consigliere leghista Rodolfo Pulino. L’esecutivo cittadino rispondendo a Pulino osserva anzitutto di aver rispettato la ‘forchetta’ stabilita dall’apposito regolamento, già approvato e cresciuto in giudicato. Una soluzione... algebrica. “L’importo della tassa per gli esercizi pubblici, avrebbe dovuto corrispondente alla tassa minima prevista dal Regolamento (ovvero fr. 8.--) alla quale veniva poi sommata la cifra corrispondente alla metà della differenza tra la tassa massima e la tassa minima previste dal Regolamento (ovvero 25-8=17). Ovvero: 8+(17:2) = 16.5”, sorta di parametro base per tutte le categorie, che nel caso degli esercizi pubblici è stata rivista al ribasso.
Il Municipio difende il criterio della tassa per sedia – “nel caso degli esercizi pubblici, è l’utente che crea principalmente il rifiuto (...) il volume dei rifiuti sarà quindi una conseguenza diretta del volume dell’attività”. Altri comuni ticinesi hanno adottato lo stesso criterio, come Paradiso, Magliaso, Locarno. Tuttavia, “Nell’ambito del sopra citato ricorso, si è valutata l’opzione di ridurre la tassa, entro i limiti – inferiori – previsti dal Regolamento”.
La tassa rifiuti basata sul numero di sedie aveva scosso diversi esercenti. Per fare un esempio, il McDonald’s dovrebbe pagare la bellezza di 9’400 franchi annui di sola tassa base sui rifiuti, cui va ad aggiungersi un importo non trascurabile per l’acquisto dei famosi saccheti ufficiali per i rifiuti.
«Quello che chiediamo è di essere equiparati alle altre attività, che pagano sulla base del numero dei dipendenti: da 1 a 10 dipendenti c’è una tariffa, da 11 a 99 un’altra, e oltre i 100 un’altra ancora. Cioè se arrivasse la Novartis a Lugano, per i rifiuti pagherebbe 800 franchi, praticamente lo stesso che dovrei pagare per i il mio bar (il piccolo ‘Canapé’, ndr) chiosa Unternährer. Insomma Il braccio di ferro rimane, probabile che a questo punto debbano parlare i tribunali, anche se un accordo in extremis