Luganese

Campione e la corsa per evitare lo spazio doganale

Il Tribunale di Como ha respinto la richiesta dei dipendenti comunali (ora ex) di essere pagati con i soldi che il Comune usa per il mutuo del casinò

(Ti-Press)
29 ottobre 2019
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È una corsa contro il tempo per ottenere il rinvio della inclusione dal 1° gennaio 2020 di Campione d'Italia nello spazio doganale europeo, che per l'enclave sarebbe una pietra tombale. E il nemico è proprio il tempo, mancando alla fine dell'anno solo due mesi. Solo che a Campione d'Italia e a Roma non si è avvertita l'urgenza di intervenire, porre mano ad un disastro annunciato. Solo da un mese i palazzi romani della politica hanno preso in mano la patata bollente. Questo da quando al governo giallo-verde è subentrato il Conte II.

Venerdì scorso la questione è stata affrontata nel corso di un incontro al Ministero delle Finanze al quale ha partecipato il commissario prefettizio Giorgio Zanzi. Un incontro fra tecnici, dopo che i politici sembrano aver impresso una svolta al silenzio dei mesi scorsi. Ed è dai tecnici che per via della scadenza ravvicinata arrivano le preoccupazioni maggiori, anche in considerazione del fatto che per ottenere una proroga di due anni dell'entrata in vigore della direttiva Ue occorre che la questione sia portata sui tavoli del Parlamento  europeo.

Si ha notizia che alcuni europarlamentare stanno preparando il terreno. ''L'impegno da parte del Mef per arrivare a chiedere la proroga c'è - sottolinea l'ex prefetto di Varese -. Una proroga per evitare la morte di Campione d'Italia e per avere il tempo di trovare un accordo con il Canton Ticino sui vari problemi che si aprirebbero se dovesse diventare esecutiva l'inclusione dell'enclave nella spazio doganale europeo''. Una trattativa che doveva già essere stata fatta, per trovare un accordo sulla raccolta della spazzatura, sullo smaltimento dei rifiuti, sulle acque reflue, sui servizi telefoniche, sulle targhe (con Campione nello spazio doganale europeo le targhe non potranno più essere svizzere), le assicurazioni e altro ancora.

Nel frattempo, c'è da segnalare che il giudice del lavoro del Tribunale di Como Barbara Cao ha respinto la richiesta dei dipendenti comunali (o meglio ex dipendenti dopo che gli esuberi sono diventati esecutivi) di essere pagati con le risorse che il Comune utilizza per pagare il mutuo della ''cattedrale laica'' di Mario Botta, la mastodontica casa da gioco, il Casinò più grande d'Europa che si è appuntato un altro primato di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Quello dell'enclave è il primo (e per ora unico) casinò ad essere fallito. Un primato mondiale. Il giudice del lavoro Barbara Cao non poteva fare diversamente, in quanto non poteva contravvenire ad una legge prevista dal codice civile.