La conferma arriva dalla Sezione cantonale della popolazione per voce della responsabile Silvia Gada: 'Sono partiti'
«Solo pochi minuti fa eravamo così felici e ora...». Non trattiene lo sconforto e la delusione un compagno di Mark. Lo spiraglio di speranza che si era aperto, dopo che un ricorso aveva temporaneamente bloccato l'aereo sul quale il 19enne ucraino doveva essere rimpatriato con la famiglia, svanisce: «Poco fa ci hanno confermato che Mark sarebbe in volo. Speriamo solo che una volta atterrato non venga arrestato. In molti potrebbero averlo sulla coscienza!».
E conferma ci viene anche dalla Sezione cantonale della popolazione per voce della responsabile Silvia Gada: «Sono partiti! Non conosco il contenuto di questo ricorso a livello federale che lasciava ad ogni modo aperti problemi di tempistica. Posso confermare che erano senza statuto in quanto non era stato loro riconosciuto lo stato di rifugiati. Se il primo volo era stato bloccato per mancanza delle condizioni necessarie, oggi si è invece proceduto. Questa condizione di intimazione di rimpatrio era comunque già nota nel 2017. Comprendo la difficoltà nel recepire il distacco dei compagni, sappiamo tutti che non hanno alcuna colpa Mark e la sua famiglia, ma quello statuto di protezione richiesto non è stato ritenuto possibile dalle autorità federali competenti».