Dall’incontro di Palazzo civico prende corpo la via della deroga all’Ufac sul principio del divieto di cabotaggio
Un massiccio ridimensionamento del personale di Lugano Airport Sa (Lasa), dei passeggeri e dell’indotto generato dalle attività aeroportuali a Lugano-Agno. Non sono emerse cifre a proposito dello scenario senza voli di linea (che sarebbero comunque fuorvianti, siccome non definitive) dall’incontro di lunedì sera fra Commissione della gestione, Municipio di Lugano, Consiglio di amministrazione di Lasa e il Cantone (rappresentato dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali).
Lo scenario, che prevede solo l’aviazione generale, allestito dal Centro di competenze sull’aviazione civile dell’Università di San Gallo tarperebbe le ali al rilancio dello scalo. E comporterebbe l’inevitabile rinuncia ai previsti lavori di ristrutturazione trasformando, di fatto, l’aeroporto in un ‘gemello’ simile a quello di Samedan. Uno scenario di cui hanno preso atto i commissari della Gestione (articolo accanto) che non è però quello su cui punta Lasa, il suo CdA e la maggioranza del Municipio di Lugano e del Consiglio di Stato che lunedì hanno ribadito la volontà di andare fino in fondo nel tentativo di risollevare lo sorti dell’aeroporto. Intanto, il direttore dell’aeroporto Maurizio Merlo, affiancato dal vicepresidente del CdA di Lasa Filippo Lombardi, stanno facendo pressioni sul Consiglio federale e sull’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac) per ottenere una deroga al principio del divieto di cabotaggio. «Un divieto figlio del protezionismo a favore delle compagnie nazionali che oggi non ha più ragione di esistere», spiega Merlo. Per cui, in attesa che tale vincolo sia eliminato dagli accordi con l’Unione europea, l’Ufac potrebbe concedere una deroga, rinnovabile ogni sei mesi, in assenza di una società svizzera, per concedere a una compagnia estera di riprendere il volo di linea verso Ginevra.
Zimex, presto un incontro
Intanto, il CdA di Lasa prossimamente incontrerà i vertici di Zimex, compagnia aerea zurighese, per capire se c’è ancora margine di trattativa in vista di riattivare il discorso relativo alla tratta verso la Romandia, interrotta da oramai quasi due anni. Rassicurazioni sono arrivate anche in merito a quanto aveva prospettato il Ceo di Swiss Thomas Klühr a inizio agosto, suscitando parecchio allarmismo, quando aveva rimesso in discussione il collegamento fra Lugano e Zurigo evocando la valida alternativa del treno per portare i passeggeri a Kloten. Una prospettiva che non risulta essere una priorità nei prossimi 4-5 anni per la compagnia e nemmeno per le Ffs.
Gestione. Rapporto pronto per novembre
«Allestiremo il rapporto commissione affinché il messaggio possa essere votato nella seduta di novembre»: è l’impegno che si è assunto il presidente della Commissione della gestione di Lugano Ferruccio Unternaerer dopo l’incontro di lunedì sera. «Un incontro positivo che ci ha permesso di conoscere i resoconti dei contatti intrapresi nel frattempo con Swiss, le Ffs e la Zimex e sugli ultimi sviluppi. Al Municipio abbiamo chiesto e ottenuto una chiara presa di posizione in merito all’aggiornamento del messaggio che verrà presentato nelle prossime settimane».
Un messaggio cruciale per il futuro di Lugano-Agno. «Chiederemo anche un incontro con i relatori dello studio allegato al messaggio allestito del centro di competenze sull’aviazione civile dell’Università di San Gallo», prosegue il presidente della Gestione. I commissari hanno pure ricevuto rassicurazioni in merito alle intenzioni da parte dell’esecutivo, del Cantone e di Lasa e sul mantenimento della rotta indicata nel rilancio che comporta tempi lunghi per l’implementazione. Lo scenario senza voli di linea «è percorribile ma non è quello auspicato da Lasa, dal Cantone e dalla maggioranza del Municipio», dice Unternaerer.