Intevento all'università per spaccio e consumo di erba: la famiglia del minore valuta la denuncia mentre Roberto Torrente attende l’esito delle verifiche
Si delineano i contorni dell’intervento di due pattuglie della polizia della Città di Lugano effettuato domenica sera in zona università (cfr. ‘laRegione’ di ieri). Un intervento durante il quale un 16enne fermato ha sostenuto di essere stato picchiato da una agente senza motivo. Tanto che, assieme alla madre, sta valutando la possibilità di inoltrare una denuncia al Ministero pubblico, che può eventualmente procedere solo su querela di parte (non basta il certificato del medico che lo ha visitato).
Da noi raggiunto, il comandante della Polizia della Città di Lugano Roberto Torrente afferma di non essere ancora in grado di esprimersi con certezza in quanto attende l’esito delle verifiche nel frattempo richieste. «È vero che il ragazzo è scappato alla vista degli agenti e quando l’agente l’ha raggiunto, nell’azione di afferrarlo, entrambi sono caduti a terra e le escoriazioni potrebbero essere dovute a questo fatto. Non posso però ancora pronunciarmi nel merito. Potrò essere più preciso quando avrò sotto gli occhi i rapporti di polizia degli agenti coinvolti». Il comandante spiega che «domenica sera siamo stati allertati dalla stessa università per un presunto spaccio di droga da parte di un gruppo di giovani, perciò due nostre pattuglie sono intervenute sul posto. L’elemento scatenante come detto, è il fatto che al sopraggiungere delle pattuglie, il ragazzo si è messo a correre eludendo il controllo di polizia. Fosse rimasto fermo, non sarebbe successo nulla». A chiarire quanto capitato potranno contribuire anche le immagini della videosorveglianza dell’università che, come detto, ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Un intervento che, col senno di poi, è stato giustificato dal ritrovamento di marijuana addosso a uno dei giovani. «Ci sarebbe stato anche un testimone che ha assistito alla scena e noi vorremmo sentirlo per capire cosa sia davvero successo», dichiara il comandante che non aggiunge altro. Nel caso in cui una denuncia fosse davvero presentata da parte della famiglia del minore, toccherebbe a un procuratore pubblico coordinare le indagini per chiarire i fatti.