Il processo a carico dell'Ente ospedaliero cantonale è sospeso. I legali dell'Eoc chiedono l'abbandono per problemi di forma
Processo ricominciato e sospeso fino alle 14. La vicenda del contagio di epatite C a tre pazienti avvenuta il 19 dicembre 2013 all'ospedale Civico di Lugano è tornato stamane davanti al giudice Siro Quadri della Pretura penale di Bellinzona, lo stesso che aveva condannato l'Eoc nel 2016 a una multa di 60mila franchi per il reato di lesioni colpose gravi per carenza organizzativa interna al nosocomio.
E oggi il processo è ripartito dopo che la Corte di Cassazione e revisione penale (Carp) ha annullato la sentenza e il Ministero pubblico ha riformulato l'atto d'accusa come richiesto dai giudici, precisando che l'Eoc 'ha violato la norma Iso e la legge sanitaria cantonale'. Tutto sbagliato secondo gli avvocati di difesa dell'Eoc, che ora chiedono l'abbandono dell'intero procedimento.
L'avvocato Mario Molo ha esposto in un intervento durato un'ora e suddiviso in quattro capitoli i motivi che devono portare all'abbandono: il nuovo atto d'accusa e il rinvio a un nuovo processo violano il principio accusatorio, perché una volta pronunciata la sentenza dalla Pretura penale 'l'atto d'accusa è immutabile'. Secondo il legale – che ha citato la dottrina e sentenze del Tribunale federale – l'atto d'accusa non può essere né modificato né completato. E se anche fosse possibile, l'atto d'accusa è stato radicalmente cambiato e la sua validità deve essere negata. Di più. Secondo Molo, questo rinvio dell'incarto del pretore al Ministero pubblico (richiesto dalla Carp) è inammissibile. Altra pregiudiziale sollevata dalla difesa riguarda la prescrizione che secondo Molo è ormai intervenuta.
Di parere diverso il Pp Moreno Capella che ha ereditato il caso dall'allora pg John Noseda, che ha sostenuto come il termine di prescrizione è invece interrotto dalla prima sentenza della Pretura, stesso principio sostenuto dall'avvocato Stefano Pizzola, accusatore privato di uno dei tre pazienti vittime dell'errore medico.
Ora il giudice Siro Quadri si è ritirato in Camera di Consiglio e dovrà decidere se far proseguire il dibattimento, salvo nuovi 'incidenti' processuali.