Della riproposizione della richiesta di fallimento parla il commissario straordinario Maurizio Bruschi, mentre il debito della casa da gioco lievita a 130 milioni
Tutto ciò che da oltre un anno riguarda Campione d'Italia è caratterizzato di asperità, come l'ultima mossa, anticipata ieri dal sito e dall'edizione cartacea della 'Regione', di riproporre la richiesta di fallimento della casa da gioco. E la roccia da superare sta nel fatto che i debiti della Casinò Campione d'Italia spa sono più che raddoppiati, essendo passati da quasi 82 milioni di euro alla data dal 28 gennaio 2019 a oltre 130 milioni di euro al 1°marzo scorso. Il grave stato di insolvenza della società di gestione del casinò dell'enclave, che ha motivato la sentenza di fallimento pronunciata lo scorso luglio dal Tribunale di fallimento di Como, è peggiorato, rendendo impercorribile la riapertura del Casinò, avendo questo per altro cessato l'attività.
La nuova istanza della Procura di Como, che fa seguito alla decisione dei giudici della Corte d'Appello di Milano di annullare per un vizio di forma il fallimento del Casinò, sarà discussa il prossimo 13 maggio. Quali conseguenze può avere, questo nuovo capitolo, sull'arrivo a Campione d'Italia del commissario straordinario Maurizio Bruschi? L'interrogativo l'abbiamo posto al diretto interessato. La sua risposta: "Per quanto mi riguarda, la decisione della Procura di Como e l'udienza fissata dai giudici del tribunale lariano non cambia niente". Potrebbe affiancare l'amministratore unico Marco Ambrosini a predisporre un piano di rientro dei debiti da presentare il 13 maggio per ottenere il concordato preventivo? "Non rientra nei compiti che mi sono stati affidati. Ciò che debbo capire è se esista la possibilità di riaprire il Casinò e capire a chi affidarne la gestione". E tutto questo in 45 giorni? '"Potrebbe servire qualche giorno in più".