Luganese

Sentenza Nussbaumer, nulla di fatto

A causa di un impedimento a procedere - mancherebbe il contraddittorio nella perizia usata dall'accusa – il giudice Siro Quadri ha rinviato l'incarto al pp

13 marzo 2019
|

Un impedimento a procedere. In aula penale disertata da imputato, difesa e accusa, il giudice Siro Quadri ha comunicato poco fa la propria decisione: l’atto d’accusa a carico del medico e politico Werner Nussbaumer è rinviato al procuratore pubblico, affinché sia «completato o rettificato».
Nessuna sentenza quindi oggi in Pretura penale a Bellinzona, nel processo che vede alla sbarra il 70enne - ex granconsigliere e in lizza per le elezioni di aprile nella lista da lui fondata, Lega Verde -, accusato di aver infranto la Legge federale sugli stupefacenti e di aver maltrattato degli animali nella sua tenuta di Gravesano, fra il 2011 e il 2013.
Sotto accusa alcuni principi tecnici, venuti meno secondo il giudice. In particolare, nella sentenza fatta allestire Oltralpe dal medico cantonale, Nussbaumer non avrebbe avuto la possibilità di essere sentito a dovere. «Si tratta di una perizia amministrativa, ma da un profilo penale è un fondamentale che ci sia un contraddittorio», ha detto Quadri riferendosi al reato inerente agli stupefacenti: avrebbe somministrato a quattro pazienti confrontati con problemi di tossicodipendenza dosaggi di medicamenti e combinazioni. «La presunta violazione dell’arte medica, sostenuta dall’accusa, non è stata approfondita secondo quanto prevede il Codice di procedura penale».
Il decreto, firmato nell’ottobre del 2017 e impugnato da Nussbaumer, è stato quindi rinviato al pp Arturo Garzoni. «Non ho optato per il proscioglimento perché qui non siedono medici o esperti in medicina», ha detto Quadri ricordando che i pazienti di Nussbaumer si sarebbero detti contenti della terapia loro prescritta.
Essendo parte dello stesso atto d’accusa, il giudice non si è espresso neanche sul secondo capo d’accusa. Quadri non ha però mancato di aggiungere che anche per quello «ci dovrebbero essere migliori indicazioni». Ad esempio, l’accusa dovrebbe specificare meglio le fattispecie di questi presunti maltrattamenti: definire più accuratamente luoghi, tempi, modi. «In particolare, quali reati sono delitti e quali contravvenzioni?», si è chiesto il giudice, sottolineando la necessità che l’imputato sia informato a tutto tondo sulle accuse.
In definitiva, la vicenda giudiziaria del dottore - difeso dall’avvocato Rossano Bervini - è ben lontana da una conclusione. Garzoni aveva chiesto una pena pecuniaria (sospesa) di oltre 28’000 franchi, mentre la difesa l’assoluzione.