Il bilancio del 2018, anno del fallimento, vede un calo di 45 milioni di euro. La metà è andata alle case da gioco di Lugano, Mendrisio e Venezia. Il resto?
Nero su bianco il 2018 per il Casinò di Campione d'Italia è stato un anno nero: una non notizia, visto che in seguito al fallimento della società di gestione, la casa da gioco è chiusa dal 27 luglio delle scorso anno.
Tuttavia nel bilancio dell'anno passato si trovano dati sui quali è interessante soffermarsi, cercando risposte a varie domande. Prima fra tutte: i frequentatori della "cattedrale laica" di Mario Botta che fine hanno fatto? Non hanno smesso di frequentare i Casinò, e infatti ne hanno beneficiato Lugano, Mendrisio e Venezia.
Ma andiamo con ordine.
Sino a quando la casa da gioco dell'enclave è stata aperta ha incassato 45.460.976 euro. Il calo degli incassi era iniziato già a gennaio, in occasione delle prime notizie filtrate dalla Procura di Como.
Il raffronto sull'arco di dodici mesi attesta nel 2018 un calo di 45.689.300 euro, che in percentuale significa una diminuzione del 50,13 per cento. A beneficiare della chiusura, in Italia, solo il casinò di Venezia che lo scorso anno ha incassato 97,585 milioni di euro, rispetto ai 90,594 del 2017. Incremento in buona parte legato ai "tavoli verdi" con i grandi giocatori, clienti abituali dell'enclave. Tuttavia, la somma dell'aumento degli incassi di Venezia, Lugano e Mendrisio si aggira attorno alla metà di quanto Campione ha perso. Restano quindi in discussione venti/venticinque milioni di euro. Che fine hanno fatto? Non sono stati impegnati nel gioco d'azzardo o, ipotesi più inquietante. sono andati ad alimentare il gioco illegale?