Campione d'Italia

Fallimento del casinò, c'è attesa per i reclami

Giovedì, la Corte d'Appello civile del Tribunale di Milano esaminerà il voluminoso dossier contenente tesi contrapposte in merito alla sentenza dello scorso 26 luglio.

Ti-Press
15 gennaio 2019
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Se in punta di diritto ci sono i presupposti per accogliere i reclami contro la sentenza di fallimento del Casinò, non farà velo il fatto che nel frattempo, tutti gli ex dipendenti della casa da gioco dell'enclave sono stati definitivamente lasciati a casa. È quanto si sostiene degli ambienti della Corte d'Appello civile del Tribunale di Milano che giovedì - per il tramite della quarta sezione presieduta da Maria Guida Padoa - sarà chiamata a pronunciarsi sui reclami presentati da Comune, Casinò Campione d'Italia Spa e Banca Popolare di Sondrio, contro la sentenza di fallimento della società di gestione della casa da gioco dell'enclave, pronunciata lo scorso 26 luglio del Tribunale civile di Como presieduto da Anna Introini, per insolvenza. 

Una sentenza basata sulla montagna di debiti del Casinò Campione d'Italia Spa e sulla bocciatura da parte di Angela Pagano, commissario straordinario di liquidazione del Comune, del piano di rientro dei debiti presentato dal commissario unico Marco Ambrosini per ottenere il concordato preventivo per poter continuare l'attività. Un piano che per i giudici della sezione fallimentare di Como poggiava sulle sabbie mobili. Per arrivare all'udienza di giovedì mattina le parti entro il 31 dicembre scorso hanno provveduto a presentare le rispettive memorie, che il 9 gennaio hanno integrato con deduzioni e osservazioni a quelle altrui. 

Per quanto è dato sapere, le parti (legali dei ricorrenti e giudice relatore) hanno depositato voluminosi dossier, contenenti tesi contrapposte. Non è detto che la decisione dei giudici dell'appello arrivi già giovedì, al termine del termine dell'udienza. È prassi consolidata, nei processi civili, che i giudici prendano qualche giorno (hanno a disposizione tre mesi) prima di far conoscere la decisione presa, che comprensibilmente in riva al Ceresio è molto attesa. 

Se fossero accolti i reclami significherebbe resuscitare la Casinò Campione d'Italia Spa e conseguentemente riaprire la casa da gioco. Con quale personale, se tutti sono stati licenziati? Si aprirebbero molteplici problemi. La vicenda sconta il fatto che, pur in presenza di una vicenda intricata oltre che importante, anche la giustizia non sempre sta al passo con i tempi. Il pronunciamento dei giudici d'appello sarebbe dovuto arrivare prima del licenziamento dei 469 dipendenti del Casinò.