Nuove polemiche, continua a far discutere il ruolo della compagnia residente al Lac. Finzi Pasca: 'Noi dovremmo poter provare e lavorare discutendo'
Conti del Lac promossi dalla Gestione, che invita però l’ente autonomo a fare meglio i compiti. Sì, perché malgrado i costi del 2016 e 2017 siano nettamente superiori a quelli inizialmente previsti, la richiesta di finanziamento per il 2019 di 5 milioni di franchi è in linea con quanto è stato previsto dal mandato di prestazione per il periodo 2016-2018. La diatriba fra Daniele Finzi Pasca e i dirigenti del Lac ha tenuto banco, però per solo una decina di muniti, anche ieri sera in Consiglio comunale di Lugano. Il presidente della Commissione Lukas Bernasconi ha infatti espresso sorpresa per l’ulteriore uscita dell’artista luganese auspicando che si trovi una soluzione ottimale con Finzi Pasca senza personalismi da parte dei funzionari. Morena Ferrari Gamba (Plr) ha invece rivolto un invito a trovare una soluzione mettendo tutti attorno a un tavolo. Il titolare del Dicastero cultura, sport e eventi Roberto Badaracco ha dapprima ringraziato per l’adozione del mandato di prestazione mentre non avrebbe voluto ribadire nulla in merito alle dichiarazioni di Finzi Pasca, ma ha cambiato idea: «Mi ha fatto un po’ male sentire che i funzionari debbano fare più attenzione con il leader della compagnia luganese. Entrambi i funzionari (Michel Gagnon e Carmelo Rifici) sono professionisti di assoluto valore che hanno sempre dimostrato la loro professionalità facendo di tutto per andare incontro alle richieste della compagnia Finzi Pasca: è una fandonia scrivere, come ha fatto Daniele Finzi Pasca, che i due funzionari non hanno mai collaborato con lui, che probabilmente interpreta gli accordi sottoscritti in maniera diversa. Il Lac, che in questi anni ha contribuito allo sviluppo di una nuova sensibilità nei confronti della cultura, non ha bisogno di certe polemiche sterili».
La convenzione di residenza artistica al Lac, il rapporto con i direttori Michel Gagnon e Carmelo Rifici, la mancanza di un ufficio all’interno del centro culturale luganese, la ricerca di un’altra sede per la compagnia. «Ascolta una cosa però» ci dice Daniele Finzi Pasca alla fine della lunga telefonata per chiarire i contorni di questa polemica approdata ieri anche nei banchi del Consiglio comunale. «In mezzo a tutto questo non stiamo parlando di ‘Donka’, questa avventura in giro per il mondo che finalmente arriva a Lugano…». E non c’è solo il riallestimento dello spettacolo dedicato a Cechov, in scena al Lac dal 9 ottobre: non fosse per questa polemica, ci sarebbe da parlare anche della Fête des Vignerons, degli spettacoli in tournée… «Lo so, lo so: a me dispiace veramente molto, anche per questo avevamo deciso di lasciar perdere, ma poi quando leggi certe dichiarazioni, capisci che è ora di spiegarle bene, certe cose». Spiegarle bene con una presa di posizione pubblicata ieri dal ‘Corriere del Ticino’ nella quale si precisano le (inascoltate) richieste della compagnia: non certo avere il Lac tutto per sé, e neppure avere più sovvenzioni, bensì “essere invitati al tavolo dove si decidono le sorti di questo spazio”.
Daniele Finzi Pasca, la questione va quindi oltre un ufficio di rappresentanza per la compagnia all’interno del Lac, come sembrava all’inizio.
Vedila così: se neanche un ufficio di rappresentanza può trovare spazio al Lac, immagina tutto quello che normalmente dovrebbe esistere in una condivisione di uno spazio culturale in cui ci sono varie entità che operano.
Sarebbe a dire? Siete compagnia residente ma, come avete affermato, non vi sentite a casa. Però l’accordo di residenza viene rispettato.
Ma la questione non è quella: c’è questo aggrapparsi all’accordo, ma il senso è un altro. Residenza lo si capisce anche nel mondo di tutti i giorni. Chi durante gli studi ha condiviso degli appartamenti, sa cosa vuol dire. Devi capire che quello spazio lì ce l’hanno offerto per dirigerlo. E siamo stati noi a dire “aspetta, questo spazio deve essere di tutti, noi lo dirigeremmo in modo probabilmente troppo personale: saremo residenti, lo aiuteremo, daremo contenuti ma deve essere di tutti”. E adesso mi sento dire che “il Lac deve essere di tutti”! Ma noi lo sappiamo bene! Se insistendo sull’accordo ci volete dire che non c’è quel piacere ad averci lì, d’accordo: non c’è problema, non c’è assolutamente problema.
Va bene, non guardiamo ai dettagli dell’accordo, ma al significato. Una residenza artistica è quando una compagnia arriva e ha uno spazio per creare…
No no, l’accordo di residenza è un’altra cosa. Noi non vogliamo avere più spazio o più tempo per provare. Noi dovremmo poter provare e lavorare discutendo, trovando dei modi perché non ci vengano assegnate delle date, ma che siano discusse. Affinché questo Lac possa crescere insieme a noi.
Messa così, più che a una residenza artistica sembra quasi che puntiate alla condirezione artistica…
No, magari Rifici vuol farlo diventare questione di direzione artistica, ma è un’altra cosa. LuganoInScena è una struttura importante; in residenza c’è anche un’orchestra, l’Osi, c’è una stagione musicale, ci sono tante entità che devono lavorare in modo armonico, e noi siamo una di queste entità. Se non ci si siede intorno a un tavolo per dire “che cosa facciamo insieme, cosa avete bisogno voi cosa abbiamo bisogno noi, come possiamo aiutarci?”. Se si è qui, ci si dà una mano, bisogna darsi una mano. Non vogliamo la direzione artistica, perché allora la avremmo presa quando ce l’avevano offerta. Non vogliamo più soldi. Vogliamo essere residenti, che vuol dire abitanti. Non è possibile che Lugano non possa approfittare di una delle compagnie che ha più relazioni internazionali semplicemente perché… non capisco neanche io perché!