La misura riguarda 482 lavoratori. La comunicazione arriva ai sindacati il giorno dell'insediamento del commissario prefettizio
Che la comunicazione dei curatori fallimentari del Casinò di Campione d'Italia sarebbe arrivata era scontato in quanto prevista dalle legge fallimentare italiana, ma il fatto che ai sindacati sia arrivata nel giorno in cui in Comune si è avuto il tanto atteso insediamento il commissario prefettizio prefetto Giorgio Zanzi, non ha attenuato il disappunto dei dipendenti del Casinò poiché è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo di tutti i dipendenti della casa da gioco a seguito del fallimento della Casinò Campione d'Italia spa, società di gestione dell'unica azienda dell'enclave, dalla quale dipende l'intero ''sistema Campione''.
La misura, fanno sapere i curatori fallimentari, riguarda 482 lavoratori di cui 64 part time, suddivisi in un dirigente, 181 impiegati amministrativi (sono compresi anche gli addetti alle slot machine), 49 ausiliari, 214 addetti ai tavoli verdi e 37 al settore ristorazione. Nel documento inviato ai sindacati, che in serata al presidio permanente hanno lo hanno illustrato ai dipendenti ''sospesi'' del Casinò, i curatori fallimentari si soffermano sul trattamento economico e normativo previsto dalle legge e dalla vigente contrattazione, riconosciuto ai lavoratori sino alla sentenza di fallimento della casa da gioco. Lo fanno in modo puntiglioso come era scontato, senza tuttavia rispondere ad una domanda il cui contenuto non è di loro competenza. A quali ammortizzatori sociali potranno accedere e quando. Domanda che si pongono i dipendenti del Casinò residenti a Campione, in quanto quelli che cittadini Aire (Anagrafe italiani residenti all'estero) che abitano in Ticino già da agosto percepiscono l'indennità di disoccupazione pur non avendo versato contributi in Svizzera grazie a un'eccezione deciso dalla Seco e sulla quale la Lega dei Ticinesi ha scatenato una polemica. La disoccupazione in Svizzera ai dipendenti del Casinò di Campione è eccezionale anche per le casse, che normalmente sono obbligate a rifarsi sull'ultimo datore di lavoro per il rimborso delle indennità pagate in anticipo. La Seco in questo caso le ha esonerate.