Luganese

Il nipote assassino: soldi e droga fra i moventi?

Gli inquirenti escluderebbero, per ora, il coinvolgimento di terze persone. Il 23enne viveva nel comune malcantonese da circa tre anni.

10 luglio 2018
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Gli inquirenti, fin da subito, non avevano voluto escludere alcuna pista (cfr. ‘laRegione’ del 7 luglio). Probabilmente avevano già capito, nei primi rilevamenti di venerdì, a poche ore dal propagarsi dell’incendio in una casa monofamiliare di via Chiesuola a Caslano, che non erano state né una sigaretta (l’anziana donna, infatti, non fumava) né una candela a provocare le fiamme e la successiva morte dell’ottantenne, persona molto conosciuta nel comune malcantonese per i suoi impegni nella Parrocchia (cantava nel coro di San Cristoforo e partecipava, come ricordato al nostro giornale venerdì da don Frank, alla vita della comunità), oltre ad avere una grande passione per la poesia.

A conferma che i sospetti si erano subito concentrati nella ristretta cerchia familiare, non vi era solo l’interrogatorio del nipote, avvenuto già nella giornata di venerdì, ma il ben più concreto tintinnio di manette, scattate – come reso noto ieri dal Ministero pubblico e dalla Polizia cantonale – lo stesso giorno del dramma attorno ai polsi dell’abbiatico.

Il coinvolgimento nella morte dell’anziana donna del giovane nipote, 23enne, cittadino svizzero e residente nel Luganese, è stato appurato – come fatto sapere dagli inquirenti nella nota stampa – “per mezzo di un approfondito lavoro di indagine”.

Chiari, sembrerebbero, in questo senso, i contorni della tragica vicenda. “In base agli accertamenti finora effettuati e per motivi che l’inchiesta dovrà stabilire – affermano Ministero pubblico e Polizia cantonale –, il 23enne ha colpito la donna al capo con un oggetto contundente per poi appiccare le fiamme all’abitazione”.

In sede di interrogatorio, il 23enne, nipote, come anticipato, della vittima (non ancora formalmente identificata, in quanto bisognerà attendere presumibilmente i risultati dell’analisi del Dna) – che aveva due figli (una figlia che vive in Inghilterra e un figlio domiciliato nella Svizzera interna, padre del giovane) – ha sostanzialmente ammesso i fatti, “anche se numerosi aspetti – come reso noto dalla magistratura – restano da chiarire”. Pesanti le ipotesi di reato a suo carico, ovvero assassinio, subordinatamente omicidio intenzionale, turbamento della pace dei defunti, incendio intenzionale e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. Ora l’inchiesta, coordinata dal procuratore pubblico Paolo Bordoli, prosegue al fine di chiarire ulteriormente i fatti. Nel frattempo, la misura restrittiva della libertà per il 23enne è già stata confermata dal giudice dei provvedimenti coercitivi.

Il giovane viveva da circa tre anni a Caslano e le sue visite alla casa della nonna erano frequenti. Gli inquirenti, per ora, sembrano aver escluso qualsiasi coinvolgimento di terze persone. Il nipote avrebbe dunque fatto tutto da solo. Da chiarire, soprattutto, l’oggetto contundente con cui il ventenne ha colpito l’anziana donna e il movente. Forse la dipendenza dalla droga, come indicato dall’accusa che riporta la contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti? Forse una richiesta di denaro?