Luganese

Campione, scongiurati i 156 tagli al casinò

In dirittura d'arrivo un accordo di massima raggiunto in Regione Lombardia, dove le parti torneranno a incontrarsi oggi alle 17.

9 maggio 2018
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Sono scongiurati al Casinò di Campione d'Italia i 156 licenziamenti collettivi previsti dalla procedura che, iniziata lo scorso 12 febbraio, è in scadenza in questi giorni. Sui contenuti più significativi sui quali c'è stata una serrata trattativa c'è un accordo di massima che a 'La Regione'' risulta che sarà firmato in serata negli uffici della Regione Lombardia, dove dopo l'incontro fiume di ieri, alle 17 torneranno a incontrarsi le parti.

L'accordo in diritttura d'arrivo ricalca le proposte sindacali. Innanzitutto è previsto il ricorso alla ''legge Fornero'' che prevede la possibilità di andare in pensione sette anni prima della scadenza naturale.  Lo ''scivolo'' nell'arco di quattro anni potrebbe interessare una quarantina di dipendenti su 492 quanti sono quelli attualmente in servizio alla casa da gioco. Adesione alla ''legge Fornero'' dovrà essere spontanea.

Particolare non trascurabile per i conti del Casino: sono interessati al prepensionamenti dipendenti che percepiscono stipendi alti. Il settore della ristorazione non sarà appaltato, ma rimane in gestione al Casinò. L'accordo prevede un tetto salariale massimo e uno minino, sotto il quale non si potrà scendere. Una misura per salvaguardare gli stipendi più bassi: aspetto non trascurabile considerato che il costo della vita a Campione sta diventando sempre più insostenibile per molti campionesi. 

È previsto anche il ricorso all'Inps da parte dell'Azienda per ottenere i benefici previsti dal Fondo integrazione salariale, per consentire ai lavoratori di ottenuta una copertura dei sacrifici a cui saranno chiamati, in aggiunta a quelli che da anni stanno pagando e che scadono oggi, per cui nell'incontro che inizia alle 17 sarà firmata una proroga per ''pochi giorni''. Proroga necessaria per la serie di adempimenti previsti, primo fra tutti quello dell'assemblea dei lavoratori della casa da gioco chiamati a dire la loro sull'accordo che scongiura i licenziamenti collettivi. La firma che conta è quella dell'assemblea.