L'ex consigliere comunale Pizzagalli invoca vizi procedurali e chiede che la riduzione al 78 venga annullata e si torni all'80%
Niente riduzione della imposte in città. Che il moltiplicare d'imposta resti all’80 per cento a Lugano e che venga anullata la riduzione al 78 adottata dal legislativo il 18 dicembre dell’anno scorso. È quanto chiede l’ex consigliere comunale leghista Patrick Pizzagalli che ha dato mandato all’avvocato Nicola Fornara di presentare ricorso al Consiglio di Stato, inoltrato nella giornata di ieri. Un ricorso che chiede, dapprima, di mantenere il moltiplicatore d’imposta all’80 per cento e, nel caso che la richiesta non venisse accolta, di annullare la decisione del 18 dicembre 2017 relativa al preventivo 2018 di Lugano e il rinvio dell’incarto al Consiglio comunale.
Resta ignota la portata del ricorso che potrebbe lasciare in sospeso la decisione sulla riduzione ma bloccare pure il documento finanziario. In quest’ultimo caso sarebbe un grosso problema. Significherebbe interrompere le spese della Città e dell’Amministrazione che sarebbe limitata alle uscite vincolate da decisioni precedenti e da quelle imposte da leggi superiori. Sarà il Servizio ricorsi del Consiglio di Stato a dirimere la matassa. Tornando al ricorso presentato, a quanto pare per motivi ideali, questo invoca vizi procedurali. Nel mirino c’è l’emendamento presentato dal gruppo Ppd e Generazione giovani di Lugano che secondo il ricorrente, è stato presentato tardivamente. Il legale dell’ex consigliere comunale leghista richiama a proposito una presa di posizione emersa a nome del gruppo Plr da Roberto Badaracco, secondo cui una proposta di modifica del moltiplicatore durante una seduta di Cc devono essere consegnate almeno dieci giorni prima della seduta medesima alla Commissione della Gestione.
Nel ricorso le mancanze di carattere procedurale sono abbinate a riflessioni politiche e sull’impatto finanziario della misura. Si mette in evidenza che la diminuzione del moltiplicatore fa perdere un importo che si aggira attorno ai sei milioni di franchi al Città. La ragione intrinseca per cui si sarebbe proceduto a questo taglio delle imposte, sottolinea ancora il ricorrente, risiede nell'introduzione della tassa sul sacco, ma la conclusione - a suo dire - è frutto di un abuso del potere di apprezzamento. Non è infatti sicuro che il regolamento sui rifiuti che dovrebbe compensare la riduzione del moltiplicatore entri in vigore entro la fine dell’anno. Al contrario, ricordiamo che contro l’introduzione della tassa sul sacco, aleggia l’ipotesi del referendum. Un referendum che allungherebbe i tempi dell’entrata in vigore e potrebbe oltrepassare il termine di metà 2019 fissato dal Cantone.
La questione legata alla tempistica e ai presunti vizi di forma che avrebbero potuto dare il là a un possibile ricorso contro la riduzione del moltiplicatore a Lugano era emersa all’indomani del voto. Tuttavia il capogruppo Ppd Michel Tricarico (cfr ‘laRegione’ del 21 dicembre 2017) aveva però spiegato che «l’emendamento è arrivato in Gestione nella seduta del 6 dicembre e la commissione nel capitolo del moltiplicatore, dopo discussione, ha modificato il suo rapporto scrivendo che la maggioranza avrebbe sostenuto l’80 per cento. Tanto che noi lo abbiamo sottoscritto con riserva». Quindi i dieci giorni prescritti dalla Loc sono dati e anche la Gestione ne ha parlato e ha incluso l’emendamento nel rapporto. Ora la palla passa al Consiglio di Stato.