Al poligono fanno capo dodici Comuni (fra Locarnese e Bellinzonese). Dovrà essere rimesso a norma, anche dal punto di vista fonico
Un progetto di massima per risanare lo stand di tiro di Quartino, affiancato da un concetto di monitoraggio del sito inquinato, ai sensi dell'Ordinanza federale sui siti contaminati (OSiti). Il tutto per una spesa di 287mila franchi. Il Municipio di Gambarogno, che per il poligono si era trovato di fronte al dilemma “ristrutturare o demolire” ha preso una decisione: la struttura sarà mantenuta e ammodernata. Al Consiglio comunale lo stesso esecutivo chiederà un credito per realizzare un progetto e per valutare la situazione a livello di inquinamento del suolo, con eventuali provvedimenti da adottare.
All'inizio del 2020 il Consiglio di Stato ha informato i Comuni che fanno capo allo stand di Quartino (Gambarogno Comune di riferimento, Brione sopra Minusio, Cadenazzo, Cugnasco-Gerra, Gordola, Lavertezzo, Mergoscia, Minusio, Orselina, Sant'Antonino, Tenero-Contra e Verzasca; come pure l'Unione tiratori della Fraccia) della necessità di rimettere a norma la struttura entro la fine del 2024 e “di allestire sia una perizia ambientale sui metalli pesanti, sia una perizia fonica per valutare eventuali lavori di miglioria”, indica il Municipio di Gambarogno nel suo messaggio al Legislativo. Alcuni lavori di manutenzione ritenuti urgenti sono stati eseguiti negli anni scorsi (posa di pannelli in acciaio e la ricarica con terra della scarpata posta dinanzi ai bersagli, sistema di controllo e marcatura colpi, bersagli e cassoni raccolta piombo), ma ciò non è più sufficiente. La casa del tiratore, infatti, non rientra nei parametri tecnici minimi richiesti dal nuovo regolamento.
È pure emersa la necessità di allestire perizie ambientali nell'ambito di metalli pesanti, secondo l'Ositi, e per i rumori, come dall'Ordinanza contro l'inquinamento fonico (Oif). La prima è stata già eseguita e il 23 ottobre del 2023 il competente ufficio cantonale ha preso posizione, definendo l'area come “sito inquinato da sorvegliare”. In altre parole, bisognerà mettere in atto “un piano di monitoraggio con controlli a frequenza semestrale per almeno i prossimi due anni”. Dovrà seguire un rapporto di sorveglianza “che stabilisca se le sostanze inquinanti presenti nel terreno sono fisse o si propagano nell'ambiente circostante o nella falda sottostante. Nel primo caso l'area sarà da bonificare soltanto al momento di un’eventuale cessazione totale dell'attività di tiro. Nel secondo caso, invece, le aree inquinate problematiche saranno da bonificare immediatamente, mentre le altre solo al momento della cessazione dell'attività del poligono”. La perizia fonica ha stabilito che l'attuale attività di tiro causa dei superamenti dei valori limite di immissione e dei valori di allarme: “Pertanto – commenta il Municipio – è necessario prevedere delle opere per ridurre l'impatto delle emissioni foniche dell'impianto”.
Tra le ipotesi vagliate dall'esecutivo gambarognese anche quella della dismissione del poligono, con le relative conseguenze. Tra queste: ripristinare il sedime allo stato originale (demolire lo stabile e le diverse infrastrutture e bonificare il suolo) e venir assoggettati allo stand di un altro Comune (verosimilmente Biasca), con partecipazione alle spese. La stessa trafila adottata da Minusio e Tenero-Contra (passati allo stando di Quartino) che hanno dismesso i loro rispettivi impianti di tiro, vetusti e precari.
Il Municipio di Gambarogno “dopo aver valutato i possibili scenari, ha deciso che intende mantenere attivo lo stand di Quartino” e pertanto procederà alla fase di progettazione di massima degli interventi necessari per la sua messa a norma. Da una parte con l'adeguamento delle infrastrutture di tiro e i ripari fonici (con un progetto e in seguito la relativa domanda di costruzione), dall'altra con l'esecuzione del concetto di monitoraggio del sito inquinato. In quest'ultimo caso, sono diverse le misure che saranno adottate, tra le quali: la posa di un piezometro a 12 metri di profondità per l'acqua di falda, la bonifica del cumulo di terra nella ex zona dei bersagli dove si sparava con le pistole (oggi dismessa), l'impermeabilizzazione della collina ex paracolpi, la realizzazione di una bordura al canale di drenaggio presso la stessa collina e altre ancora.
Parallelamente si penserà al rinnovo della struttura, che dovrà rispettare i requisiti imposti dal relativo regolamento. Al poligono dovrà essere permessa un'attività parificabile almeno a quella attuale (33mila colpi sparati all'anno, 37 mezze giornate feriali e 4,5 mezze giornate festive); i ripari fonici dovranno integrarsi il più possibile all'ambiente circostante; saranno mantenute le infrastrutture di gestione dei bersagli elettronici e i cassoni raccogli piombo; il progetto dovrà avere un rapporto tra costi e benefici sostenibile. Considerata la particolarità della zona, a ridosso del bosco, con riali e fauna, il Municipio propone di affiancare ai progettisti dei professionisti del paesaggio e dei consulenti in ingegneria ambientale.
La progettazione permetterà al Comune di riferimento dello stand di definire a livello di massima tutti i costi d'investimento che dovranno essere affrontati. Alla domanda di costruzione preliminare faranno seguito i correttivi e quindi la richiesta di licenza edilizia definitiva. Il credito per la realizzazione andrà poi approvato dal Consiglio comunale.
Va detto che la spesa di 287mila franchi sarà in parte sussidiata (25 per cento da parte della Sezione militare e della protezione della popolazione) e comunque suddivisa (rientrerà nell'affitto annuo, che verrà aggiornato) tra i dodici Comuni assegnati al poligono gambarognese, secondo una chiave di riparto basata sul numero dei residenti e secondo una nuova convenzione, già pronta, che pure dovrà venir approvata dal Consiglio comunale.