Il documento contabile dovrà servire da strumento di discussione e confronto per cercare di arginare il calo demografico con investimenti mirati
Lavorare tutti assieme per mettere le basi perché un’inversione di tendenza demografica non si ottiene dall’oggi al domani. È l’appello ripetutamente lanciato, negli ultimi anni, dal Municipio di Centovalli. Perché se non si ferma lo spopolamento in corso, presto potrebbe essere la fine del Comune indipendente così com’è oggi. La mancanza di prospettive lavorative ed economiche, di collegamenti pubblici capillari, le difficoltà di accesso a determinati servizi essenziali sono tutte condizioni che possono generare (e generano) la fuga dalle valli verso centri urbani più grandi e i territori restano, di logica conseguenza, in stato di crescente abbandono. Fenomeno al quale non sfuggono le Centovalli.
L’Amministrazione, nelle ultime legislature, si è battuta con coraggio per invertire la rotta e non vuole arrendersi. Consapevole del fatto che la sfida che l’attende è “titanica”, non vuole rassegnarsi all’idea e rifiuta l’immobilismo. La stella polare da seguire per disegnare una mappa coerente con l’obiettivo di arginare questo fenomeno si chiama Piano finanziario. Proprio in questi giorni, il documento programmatico contenente gli indirizzi finanziari dell’ente (l’evoluzione tendenziale dei risultati economici e patrimoniali del Comune) per il periodo 2025-2028 è stato trasmesso ai consiglieri comunali, con i quali sarà oggetto di approfondimento. Fermare il calo demografico costa in termini di impegno e risorse e queste ultime, si sa, scarseggiano. “Il Piano finanziario – rileva il Municipio – illustra come attualmente non vi siano più margini di manovra senza scelte chiare, che siano il frutto di una visione e di una strategia”. Insomma non è più il momento di lasciarsi tentare da esperimenti, “il pragmatismo deve diventare la parola chiave del nostro agire”.
Se la dimensione demografica non è un difetto, lo spopolamento lo è, in quanto riduce il numero di utenze per le quali suddividere i costi e questo implica, di conseguenza, un inevitabile aumento delle tariffe e del moltiplicatore d’imposta e tagli ai servizi. “Attualmente il moltiplicatore di Centovalli è al 95% (nel 2009, anno dell’aggregazione, era al 90%) mentre quello aritmetico supererà presto il 100. Il 15% della popolazione contribuisce al 68% del gettito fiscale delle persone fisiche e, purtroppo, buona parte di esse ha già superato l’età di pensionamento; a ciò bisogna aggiungere che il 30% della popolazione è quasi esente da imposte. Senza dimenticare che il contributo di livellamento rappresenta un terzo delle risorse fiscali; ma trattandosi di un contributo pro capite, è ovvio che il calo degli abitanti già a corto termine andrà a incidere negativamente su quanto entrerà nelle casse comunali”.
Per cercare di fermare l’emorragia bisogna anche partire dai servizi alla popolazione. E anche tutto questo ha un costo. La voce preponderante delle uscite del Comune è costituita dal numero di dipendenti comunali impiegati; dal 2009 a oggi è stato ridotto il personale, ma oltre è rischioso andare senza intaccare l’offerta alla cittadinanza, sottolinea l’autorità. Secondo il Municipio il numero attuale di impiegati si giustifica ed è comparabile a quello di altri Comuni simili per dimensioni e numero di abitanti.
L’agenda del controesodo deve passare obbligatoriamente dall’incremento demografico. L’autorità, come noto, negli scorsi anni si è attivata con strumenti di carattere economico quali il Masterplan, ma purtroppo i risultati non sono stati quelli auspicati. Del centinaio di progetti presentati e approfonditi ben pochi sono giunti a maturazione ed è chiaro che senza spirito imprenditoriale e misure di accompagnamento non si va da nessuna parte. Ci sono tuttavia e fortunatamente anche degli spiragli positivi, come la disponibilità di abitazioni in valle. Con le modifiche pianificatorie legate alla scheda R6 del Piano direttore, nel corso di quest’anno le Centovalli hanno registrato un aumento delle domande di costruzione per nuove abitazioni a carattere primario. Allo stesso tempo, l’introduzione dal 2016 di una zona di pianificazione per la salvaguardia delle abitazioni primarie ha permesso a oltre 30 abitazioni di rimanere sul mercato per accogliere nuovi domiciliati. Favorire nuovi insediamenti (una crescita o decrescita di 10 abitanti equivale, mediamente, a circa 1,4 punti del moltiplicatore) attraverso incentivi a chi ristruttura abitazioni a scopo primario, come fatto in altre realtà di valle, potrebbe anche essere una misura da prendere in considerazione. Queste e altre proposte saranno dunque oggetto di analisi in un incontro tra il Municipio e il Legislativo che servirà a trovare, tutti assieme, gli strumenti di sostegno e rilancio su cui puntare per aiutare una comunità demograficamente in chiare difficoltà. Le risorse certo sono importanti, ma altrettanto lo sono le buone idee.