Bruno Storni, Ata e consigliere nazionale Ps: ‘È possibile finanziare il servizio tramite la legge sul trasporto pubblico regionale’
Sembra giunto al capolinea il Verzasca mobile, servizio pubblico che trasporta i passeggeri su richiesta e che funziona tramite un’applicazione. Dopo tre anni di “fase pilota”, il Cantone non è intenzionato a rinnovare il finanziamento di 60mila franchi annui. Quindi, nonostante il successo riscontrato (9’000 passeggeri e 7’000 corse in tre anni), a settembre il veicolo dovrà tirare il freno a mano. Per salvarlo, il gruppo Ps in Gran Consiglio ha presentato una mozione.
Sulla questione interviene Bruno Storni, presidente dell’Associazione traffico e ambiente della Svizzera italiana (Ata), consigliere nazionale Ps e municipale a Gordola. «Seguo da tempo questo progetto e come Ata ne avevamo finanziato l’avvio con un piccolo contributo. Lo scorso anno sono stato contattato dai responsabili del servizio, che mi hanno chiesto di esaminare le opzioni per aiuti a livello federale. Mi sono quindi mosso per chiarire se fosse possibile inserire il suo finanziamento nella politica regionale, nel caso in cui non dovesse ottemperare i criteri di sovvenzionamento previsti per il trasporto pubblico regionale».
Nel 2023 il pulmino, sostenuto da Cantone e Confederazione come progetto pilota con contributi ad hoc (non ricorrenti), ha ottenuto il prolungamento di un anno. «Il Cantone – prosegue Storni – finora lo ha finanziato facendo capo ai fondi per la politica regionale, che tuttavia sarebbero destinati ad altri scopi: in particolare investimenti e gestione degli Enti regionali di sviluppo. Berna, dal canto suo, ha attinto ai fondi che l’Ufficio federale dei trasporti (Uft) mette a disposizione per i progetti pilota». Ora il Cantone si tira indietro. «Non lo vuole più pagare in nessun modo, neanche facendo capo ai contributi del trasporto pubblico regionale. Ciò lo si deduce dal nuovo messaggio al Gran Consiglio, che propone un importo identico a quello di 4 anni fa, nemmeno adattato all’inflazione. Di conseguenza pure la Confederazione, una volta terminata la fase test, non elargirà più un aiuto ad hoc. Confederazione che, come ho potuto capire da un incontro con funzionari dell’Uft lo scorso marzo, parteciperebbe se il Cantone decidesse per un sostegno nell’ambito del finanziamento del trasporto pubblico regionale».
Ed è qui che sta la soluzione: «Nel corso dell’incontro, gli stessi funzionari federali mi hanno spiegato che il Verzasca mobile potrebbe essere finanziato da Cantone, Confederazione e Comuni tramite la Legge sul trasporto pubblico regionale. Infatti, secondo uno studio dell’Uft e dell’Ufficio federale per lo sviluppo territoriale (Are), così come da un vademecum del medesimo Uft, non è necessario creare un nuovo tipo di finanziamento tramite i fondi della politica regionale, come ipotizzavo». L’Ordinanza sulle indennità per il traffico regionale viaggiatori specifica che possono beneficiare di sostegno e aiuti finanziari le imprese che trasportano passeggeri nel servizio di linea “oppure con corse in base alla domanda”. E quest’ultimo è proprio il caso del Verzasca mobile. Dalla stessa ordinanza: “Un’offerta del traffico regionale viaggiatori viene indennizzata congiuntamente dalla Confederazione e dai Cantoni. L’Uft e i Cantoni effettuano congiuntamente la procedura di ordinazione”.
«Se ne deduce che il servizio verzaschese che viaggia “on demand” può essere sostenuto dal Cantone. E l’ok di Bellinzona permette di fatto l’accesso agli indennizzi della Confederazione. Ma il Cantone ha deciso di negare l’aiuto, perché non vuole aumentare i costi del trasporto pubblico. Sicuramente teme che, finanziando questo progetto, si ritroverebbe a breve con domande analoghe in molte valli periferiche (Lavizzara, Muggio e altre). Il governo ticinese non vuole nemmeno finanziare, con 60mila franchi, la continuazione per un anno della fase pilota, ciò che permetterebbe di trovare nuovi sostegni da parte di terzi (ad esempio fondazioni) o di integrare il servizio su domanda nell’indennità per il trasporto pubblico regionale».
In Verzasca la concessione per il servizio dei bus di linea è nelle mani di Autopostale (la Posta), che con l’orario 2021 ha potenziato ed esteso le corse, anche su suggerimento dell’Ata durante la consultazione del 2020. «La Posta ha partecipato al progetto Verzasca mobile – prosegue Storni –. Far funzionare i due servizi in parallelo è possibile. Direi di più: in futuro è ipotizzabile rendere più flessibile l’offerta del servizio pubblico sostituendo alcune corse di linea, negli orari di bassa richiesta, con un servizio “on demand”. Un modo per ottimizzare i costi, “digitalizzando” una parte dell’offerta giornaliera. Le app come quella sviluppata per Verzasca mobile dimostrano che si può rendere il sistema più elastico. Servizi su richiesta sono già operativi in vari cantoni, come Grigioni, Berna e Appenzello Interno, e funzionano; a Berna, con lo studio citato, si lavora per integrarli nel sistema di trasporto pubblico. Non si capisce perché in Ticino dove abbiamo diverse zone periferiche a bassa densità abitativa, il Cantone non voglia contribuire allo sviluppo di queste nuove modalità, adottando le misure previste dalla legge o dall’apposita ordinanza. Ovviamente occorre chiarire i diversi aspetti, ad esempio la complementarità con il trasporto di linea».
Il nostro interlocutore conclude: «I servizi su domanda si integreranno sempre più nel sistema di trasporto pubblico; con il Verzasca mobile abbiamo un primo concreto esempio in Ticino. Che Bellinzona neghi perfino il credito ponte da 60mila franchi per un anno, lasso di tempo necessario per costruire un finanziamento definitivo, non è comprensibile. I Comuni di Gordola, Tenero-Contra, Verzasca e Cugnasco-Gerra sono disposti a fare la loro parte, ma ci vuole il ruolo attivo del Cantone che dovrebbe avviare la cosiddetta “procedura d’ordinazione”. Ci troviamo in una situazione analoga, per certi versi, a quella della galleria Moscia-Acapulco ad Ascona, dove, per incomprensibili motivi, si era deciso di rinunciare ai finanziamenti federali... Trovo poco sensato che il Verzasca mobile rimanga tutto a carico dei Comuni, visto che un simile servizio può rientrare nei parametri di legge e beneficiare perciò delle indennità federali, a patto però che sia sostenuto (ordinato) dal Cantone».