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Il ritorno da Medjugorje coi ragazzi e il giorno dopo il fermo

Suscita interrogativi la tempistica del fermo del cappellano del Collegio Papio accusato di atti sessuali con fanciulli e altri reati

In sintesi:
  • La segnalazione alla Diocesi aveva seguito un lungo iter, ma il presbitero non è stato sospeso
  • L'uomo, dal 2008, è responsabile dell'Ufficio insegnamento religioso scolastico cantonale
Sconcerto al Papio
(Ti-Press)
9 agosto 2024
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Atti sessuali con fanciulli, coazione sessuale, atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, pornografia. Sono le pesantissime ipotesi di reato che gravano sul cappellano del Collegio Papio di Ascona, nonché responsabile dell’Ufficio insegnamento religioso scolastico a livello cantonale, don Rolando Leo, prelevato dalla polizia direttamente in collegio mercoledì mattina all’alba. Come confermatoci dal Ministero pubblico, un procedimento penale è stato aperto ed è coordinato dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni. Stando a nostre informazioni, verrà chiesta l’incarcerazione preventiva dell’uomo. Sarà poi il giudice dei provvedimenti coercitivi a valutare se vi siano i presupposti per concederla. Raggiunto ieri in serata da ‘laRegione’, il rettore del Collegio Papio, don Patrizio Foletti, si è detto «sconcertato e totalmente preso alla sprovvista» da quanto successo e da quanto imputato al cappellano.

Stando ad un comunicato diramato dalla Curia vescovile di Lugano – che peraltro non specificava le generalità dell’uomo, né forniva indicazioni riguardanti funzioni religiose né luoghi di lavoro, ma parlava unicamente di “un presbitero incardinato nella Diocesi di Lugano” – le indagini scaturite nel fermo ad Ascona erano partite da una segnalazione giunta direttamente all’Amministratore apostolico mons. Alain de Raemy. Alla segnalazione aveva fatto seguito “un attento esame ed accompagnamento da parte della Commissione di esperti in caso di abusi sessuali in ambito ecclesiale, trasmessa agli organismi giudiziari competenti, d’accordo con la vittima e secondo quanto previsto dalle normative vigenti”.

Ovviamente, prosegue la Diocesi, “nel frattempo sono stati compiuti i passi previsti in ambito canonico e il presbitero in questione è stato sospeso cautelativamente dall’esercizio del ministero, in attesa che vengano chiarite le sue responsabilità a livello penale”. La stessa Diocesi si dice “fiduciosa che l’opera dell’autorità giudiziaria possa giungere in tempi rapidi a determinare l’esatta fisionomia dei fatti accaduti”.

Figura di spicco e molto considerata nell’ambito del collegio privato asconese – in cui opera dal 2018 –, il cappellano lavorava ovviamente a stretto contatto con i ragazzi che nella scuola in Borgo si stanno formando. Esperto di religione, la insegna come materia scolastica in terza e quarta media, nonché in terza e quarta liceo, dove ha anche insegnato filosofia. In precedenza aveva lavorato, come docente, anche al Liceo di Bellinzona.

Ciò che induce una preoccupata riflessione è l’ampissimo spettro di attività svolte dal religioso, anche e soprattutto con i ragazzi, dentro e fuori dal Papio. In Collegio, oltre ad essere cappellano, è responsabile della parte spirituale e per questo motivo organizza i ritiri di Natale e Pasqua, nonché le attività di riflessione e di preghiera. Ma non solo: sono frequenti anche le sue gite all’estero, come quella appena terminata, in bicicletta, con un gruppo di ragazzi della Pastorale Giovanile, a Medjugorje, notissimo luogo di preghiera e di pellegrinaggio in Bosnia Erzegovina, per partecipare al locale Festival, tenutosi dal 1° al 6 agosto. Si segnalano inoltre due recenti settimane in colonia e un viaggio in Africa organizzato dalla Commissione missionaria diocesana.

Dal 2008 don Leo è anche, come accennato, responsabile dell’Ufficio dell’insegnamento religioso scolastico a livello cantonale e in passato si era pubblicamente esposto riguardo al Manuale sull’educazione sessuale per le scuole e la non accettazione del testo di riferimento. Ciò era avvenuto nell’ambito della commissione istituita dal Decs sotto Manuele Bertoli. “Siamo stati un po’ presi di mira come Chiesa cattolica. Il dibattito è diventato prettamente politico-partitico ed ingigantito a dismisura a livello mediatico, fino ad arrivare a dire che la retriva ed oscurantista Chiesa, come al solito, funge da pietra di inciampo per gli altri che, da bravi, rigano dritto senza bacchettate inopportune – aveva scritto su catt.ch nel 2015 –. La visione messa in luce sui giornali è smaccatamente unilaterale e pregiudizievole: la Chiesa cattolica si oppone all’educazione sessuale nelle scuole. In effetti mi sono sentito a disagio in certi momenti in commissione e pure in questi giorni in quanto non avrei mai voluto che finisse così, solamente con le polemiche e con un manuale che sarà stampato senza l’avallo di un’istituzione ed un ente morale come la Chiesa cattolica e che sarà sui banchi di scuola dei nostri adolescenti almeno per i prossimi 20 anni. Ma tant’è. Forse è anche vero, a posteriori, che su certe questioni, per diversità di premesse e di un’impostazione antropologica, non saremo mai d’accordo e quindi, quando Bertoli dice di essersi stupito solamente in parte delle accuse mosse al suo dipartimento dal sottoscritto, lascia presagire che ci si poteva aspettare che i cattolici non avrebbero mai potuto controfirmare in toto il testo”.

Non è noto in quali frangenti e quando sarebbero stati commessi i gravi reati prospettati. Al di là degli ultimi, clamorosi sviluppi, sorprende comunque e non poco che nonostante una segnalazione pendente (cui, come si è visto, la Diocesi ha fatto seguire tutto un iter di accompagnamento) il religioso abbia potuto partecipare, ancora recentissimamente, all’uscita a Medjugorje con un gruppo di ragazzi, conclusasi proprio il giorno precedente al fermo ad Ascona.

Il Rettorato del Collegio Papio ha annunciato che invierà alle famiglie una comunicazione scritta.