Le parole del presidente della Sev Giorgio Matasci dopo la morte di un partecipante al trekking lungo la Via Alta della Verzasca
Dopo la notte passata in quota alla Capanna Cornavosa, hanno interrotto l'escursione e sono scesi a valle questa mattina i partecipanti al trekking lungo la Via Alta della Verzasca, evidentemente ancora molto scossi per la morte, avvenuta martedì, di un loro compagno di viaggio, vittima di una caduta di un centinaio di metri in zona Scíma do Picóll, a circa 2'400 metri di altitudine. Intervenuti sul posto, i soccorritori del Soccorso alpino svizzero e della Rega non hanno potuto che constatare la morte del 60enne del Bellinzonese, a causa dei traumi riportati.
Composta da 18 persone, la comitiva era partita lunedì mattina da Monte Carasso per l’escursione che, attraverso varie tappe, sarebbe dovuta durare fino a venerdì. Lunedì, dopo una sosta alla capanna Albagno di proprietà dell'Utoe Bellinzona, gli alpinisti hanno proseguito fino alla Capanna Borgna della Società escursionistica verzaschese (Sev), dove hanno trascorso la notte. Martedì mattina si sono quindi rimessi in marcia in direzione della Capanna Cornavosa (situata a quasi 2'000 metri) e, poco dopo le 12.30, a circa un’ora e mezza di distanza dalla meta d’arrivo, è avvenuta la tragedia in zona Scíma do Picóll, a 2'400 metri di altitudine. Il gruppo procedeva compatto e ha dunque visto il 60enne precipitare. In forte stato di shock, è stato necessario il trasporto delle 17 persone alla Capanna Cornavosa tramite un elicottero della Rega. Ad attenderle c’era Giorgio Matasci, presidente della Sev organizzatrice dell’escursione, il quale – secondo il programma della gita – si trovava al rifugio per preparare la cena alla comitiva. «Il morale è a terra – dice Matasci raggiunto dalla redazione –. La persona deceduta era un mio grande amico, con cui abbiamo condiviso diversi trekking. È bastato un attimo, una tragica fatalità, e purtroppo la montagna non perdona. È dal 1994 che come Sev organizziamo questo tipo gite. Sappiamo che il percorso è impegnativo, ma in 30 anni abbiamo portato in sicurezza sulla Via Alta più di 1’000 persone. Mai, durante le nostre escursioni, era successo un fatto così grave. Anche questa volta, tra le 18 persone presenti c’erano alcuni validi accompagnatori della Sev che hanno affrontato la Via Alta almeno una ventina di volte insieme a dei gruppi».
Come detto, una volta trascorsa la notte in capanna, questa mattina verso le 8 i partecipanti si sono avviati a piedi verso Lavertezzo, ponendo fine a un viaggio che si immaginavano certamente diverso.