Una cinquantina di militi è giunta oggi in Ticino e da domani inizierà a lavorare per la posa della struttura provvisoria a Visletto (ma non solo)
Prima un guado, poi il ponte. Anche se ancora si attende il via libera dal genio civile (la Divisione delle costruzioni del Dipartimento del territorio del Canton Ticino) per l’effettivo inizio della posa di una struttura provvisoria sopra al fiume Maggia, un passo importante verso il ripristino di un collegamento viario tra la bassa e l’alta Vallemaggia che vada oltre le restrizioni imposte dalla piccola, seppur preziosissima, pontina ciclopedonale di Visletto, è stato compiuto oggi, con l’arrivo in Ticino dell’esercito.
Già intervenuto partecipando con i suoi elicotteri – tre Eurocopter e un Super Puma – alle attività di ricerca dei dispersi, per trasporti di acqua e materiale e per l’evacuazione di persone da trarre in salvo nelle ore susseguenti al nubifragio che la notte tra il 29 e il 30 luglio ha portato devastazione da Cevio in su, l’esercito svizzero è infatti infine arrivato nel Locarnese anche via terra. E non ha perso tempo, perché se la maggior parte dei circa cinquanta militi del battaglione d’intervento d’aiuto in caso di catastrofe si è fermata all’ex caserma di Losone – che fungerà da base –, un drappello è andato direttamente a Cevio con le macchine da cantiere e tutto il necessario per iniziare, domani, i lavori.
Sì perché se come detto per quel che riguarda la posa del ponte provvisorio in sostituzione di quello crollato, bisogna aspettare il via libera degli ingegneri del Cantone, chiamati in particolare a costruire e verificare la tenuta delle sponde del fiume – una conferenza stampa sul tema si terrà nei prossimi giorni –, domani mattina i militari inizieranno già a preparare un guado che permetterà di trasportare macchine da cantiere sul versante ovest della valle, quindi verso Cevio.
«Questo è il piano – conferma il comandante della Divisione territoriale 3, il divisionario Maurizio Dattrino –. Grazie al guado, sarà poi possibile permettere al più presto il passaggio di mezzi pesanti su entrambe le sponde della Maggia, garantendo l’accesso all’alta valle e favorendo la preparazione per la posa del ponte provvisorio, che lo ricordo sarà pensato per un utilizzo sul medio-lungo termine, per cui mesi, se non anni».
La nuova struttura, modello Mabey Compact 200 (lo stesso usato ad esempio in occasione della frana di Bondo del 2017), dovrebbe sorgere a nord del ponte crollato – il guado invece a sud – e avere una portata di 32 tonnellate, una larghezza di 4,20 metri ed essere lungo fino a 60 metri. Quindi decisamente più “prestante” rispetto all’attuale passerella rinforzata, il cui passaggio è stato nuovamente permesso ieri dallo Stato Maggiore Regionale di Condotta (Smrc) con le note limitazioni, ossia un peso massimo di 3.5 tonnellate, larghezza massima di 1.80 metri e alla velocità di 10 chilometri orari, seguendo le istruzioni del personale adibito al disciplinamento dell’accesso e rispettando determinate fasce orarie (enti di primo intervento precedenza nel passaggio 24/24 ore; rifornimento beni di prima necessità 5.30-10.30 e 13.30-15.30; agricoltori per comprovata necessità 10.30-12.30).
Inoltre, e questa è una novità rispetto a quanto ipotizzato inizialmente, «il ponte provvisorio molto probabilmente non sarà bidirezionale e quindi il passaggio dei veicoli (in particolare civili) avverrà in maniera alternata».
Quanto alle tempistiche, «non possiamo sbilanciarci, dipende davvero da molti fattori tecnici, ma anche dalla meteo, le necessità legate alla diga del Sambuco e soprattutto dal lavoro del genio civile sulle due sponde. Nel momento in cui tutto sarà predisposto e pronto, saremo in grado di posare la struttura in 3-4 giorni». Tirando le somme, la speranza è quella di avere il nuovo ponte operativo in circa due settimane.
L’impegno dell’esercito in ogni caso non si esaurirà con i lavori legati al ponte… «Il Canton Ticino ha richiesto quattro interventi da parte nostra: inizialmente l’invio degli elicotteri e la costruzione del ponte provvisorio, a cui si sono in seguito aggiunti la creazione del guado e il supporto nelle valli per sgomberare dai detriti le strade e l’alveo del fiume. Con i mezzi a disposizione vogliamo mettere il focus sul ponte, ma appena avremo risorse disponibili (all’interno del distaccamento arrivato oggi in Ticino, ndr), militari e macchine da cantiere verranno inviati in Val Bavona a supporto della popolazione e degli addetti ai lavori che già si stanno adoperando per il ripristino della situazione».