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L’intervento dell’esercito? ‘Avviene su richiesta specifica’

C’è chi lamenta l’assenza dei militari sul luogo del disastro. Il comandante Dattrino: ‘C’è un’ordinanza che disciplina tempi e modi dell’intervento’

(Ti-Press)
5 luglio 2024
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Esercito a supporto della popolazione colpita dal maltempo. I militari sono presenti da domenica con alcuni elicotteri e si attende il via libera per la posa da parte delle truppe del genio di un ponte provvisorio. Lo ha ricordato il divisionario Maurizio Dattrino, comandante della Divisione territoriale 3, nel corso della conferenza stampa tenuta a Locarno. In molti, tuttavia, si sono rivolti alla nostra redazione per lamentare il mancato immediato intervento di uomini e mezzi da parte della truppa. Insomma in simili scenari in altri Paesi del globo accanto ai soccorritori professionisti sono sempre i militari a scendere, da subito, in campo. Perché da noi questo non avviene o avviene in minima parte, si chiedono i lettori? Dopotutto si presume che mezzi adatti a ogni genere di missione siano a disposizione dell’esercito.
In pratica, ha spiegato Dattrino, l’esercito interviene quando ve n’è bisogno e quando questo aiuto è richiesto. Il punto centrale è che il Canton Ticino non ha fino a ora inoltrato a Berna ulteriori specifiche richieste se non quelle degli elicotteri e del ponte provvisorio. Va da sé che senza quest’ultimo manufatto è impossibile per l’esercito far confluire mezzi pesanti, uomini e materiale da cantiere nelle zone sinistrate dell’alta valle. Qui, ad esempio, sta la grande differenza con la situazione in Vallese, dove la mobilità su strada era assicurata.

Ecco come funziona la trafila

Simili richieste vengono regolamentate da una specifica Ordinanza federale (Oamc), che disciplina tempi e modi d’intervento delle forze armate in caso di catastrofe. L’autorità civile (nello specifico il governo ticinese) inoltra la sua domanda al Comando Operazioni (Cdo Op). Quest’ultimo prepara la decisione all’attenzione del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, che la valuta e decide.

Intanto già oggi specialisti militari e civili hanno effettuato degli approfondimenti sulle possibili varianti di posa di un ponte sostitutivo, oggi si dovrebbe saperne di più, in ogni caso il divisionario ha confermato che un distaccamento del battaglione di aiuto in caso di catastrofe è già pronto a intervenire per poter posare un ponte provvisorio (una sessantina di metri, con portanza di 32 tonnellate e larghezza di oltre 4 metri, così da permettere il passaggio bidirezionale di veicoli) che possa però restare in uso abbastanza a lungo da permettere alle autorità di pianificare al meglio la costruzione di un nuovo manufatto.

L’Ascovam coordina le donazioni

Per lavorare alla fase di ricostruzione dopo l’alluvione bisogna rimanere uniti. E chi, più dell’Ascovam, l’Associazione dei Comuni valmaggesi presieduta da Michele Rotanzi, incarna questo concetto a livello istituzionale nel distretto? Nessuno. Se il simbolo della tragedia è forse il ponte di Visletto crollato, quello della rinascita gira attorno agli aiuti e alla solidarietà di tutta la Vallemaggia e del resto del cantone. A fungere da ‘tesoriere’ delle risorse si è attivata l’Ascovam, come conferma Rotanzi: «Tramite la nostra Antenna collaboriamo alla raccolta fondi e cerchiamo di coordinarla. Le prime promesse, anche cospicue, di versamenti che abbiamo ricevuto (molte delle quali convergono sul settore agricolo) dimostrano che c’è la volontà di aiutare i due Comuni di Cevio e Lavizzara. Noi ci siamo offerti di gestire i fondi in arrivo e di assistere i due enti, se necessario, in tutte le pratiche burocratiche legate appunto a questi aspetti. Saranno comunque i due Municipi interessati, a tempo debito, a indicarci come dobbiamo muoverci. Per ora lasciamo che la situazione si normalizzi e nelle prossime settimane, quando ci riuniremo, faremo il punto alla situazione».