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‘Costretta a girare con spray al pepe e a dormire col coltello’

Nel capoluogo della Vallemaggia c’è scompiglio per una situazione (nota alle autorità) di convivenza complicata tra vicini e disagio sociale al limite

24 giugno 2024
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«Non è facile vivere così, ho paura, giro con lo spray al pepe e mi è capitato di dormire con il coltello da cucina sotto al cuscino. E non vivo a New York o a Milano, ma a Cevio».

È una situazione di convivenza tra vicini e di disagio sociale al limite (se non oltre) quella che ci descrive una donna che vive nel capoluogo della Vallemaggia, più precisamente nell’ultimo nucleo situato all’imbocco della Val Rovana. Una zona fino a poco tempo fa decisamente tranquilla, dove non a caso oltre alle residenze di alcune famiglie, sono situate anche diverse abitazioni di vacanza. A portare scompiglio, come segnalatoci anche da altri abitanti del paese, l’arrivo la scorsa estate nell’appartamento sopra a quello della nostra interlocutrice, di una donna proveniente da oltre Gottardo.

Da quel momento è stata un’escalation di episodi, partita da discussioni e litigi per i rumori e le urla notturne («sono intervenuta la prima volta perché ero preoccupata per lei, ma visto che sono stata accolta da insulti, nelle occasioni seguenti ho sempre chiamato la polizia, e non conto ormai più le volte») fino ad arrivare all’accadimento più grave e inquietante, quando lo scorso novembre, «dopo che l’avevo ripresa perché mi aveva riempito il giardino di spazzatura, si è presentata alla mia porta con un’ascia (situazione documentata da una fotografia a dir poco agghiacciante, ndr). Per fortuna sono riuscita a scappare, ma da allora vivo con la paura che possa ritrovarmela ancora di fronte armata».

Sentimenti quali paura e disagio provati anche da un altro abitante della zona, che preferisce pure lui rimanere anonimo, ma che ci confida di vivere «proprio male questa situazione, in particolare per mia moglie e mio figlio piccolo, non ci sentiamo sicuri».

E a poco o nulla è valso rivolgersi alla polizia e alle autorità comunali… «Lo abbiamo fatto in più occasioni, ma rispondono tutti che conoscono la situazione ma che, finché non succede qualcosa di più grave, non possono andare oltre a interventi puntuali che si concludono al massimo con una notifica o una multa. No, non ci sentiamo decisamente tutelati dalle istituzioni e pensiamo che nemmeno la persona in questione stia ricevendo l’aiuto che dovrebbe».

Una persona ormai nota in tutto il paese per i suoi ripetuti comportamenti decisamente sopra le righe, a quanto ci dicono dovuti anche al consumo eccessivo di alcol e altre sostanze e tenuti anche in luoghi pubblici come strade, negozi e ristoranti. Tanto che in più occasioni sarebbe già stata ricoverata in strutture sanitarie… «Non l’ho ancora denunciata perché prima di tutto non so cosa potrei ottenere, un ordine restrittivo servirebbe a ben poco visto che abita sopra di me. Ma anche perché una denuncia fine a se stessa non avrebbe senso, vorrei che qualcuno l’aiutasse sul serio, è un pericolo per gli altri ma anche per se stessa».

Il Municipio: ‘Casi che non prendiamo sottogamba, ci siamo immediatamente adoperati su più fronti’

Abbiamo quindi interpellato le autorità… «La protezione della sfera privata non ci permette di commentare nel dettaglio il caso in questione – premette la neoeletta sindaca di Cevio Wanda Dadò –. Posso tuttavia garantire che a partire dal momento in cui sono venuta a conoscenza della situazione (ovvero alla fine di aprile 2024) con il segretario comunale ci siamo immediatamente adoperati, sia per prestare supporto ai cittadini preoccupati sia per attivare una concreta presa a carico della persona. Casi come questo non vengono presi certamente sottogamba, motivo per il quale il Municipio continuerà a tenersi parte attiva e a svolgere il proprio ruolo affinché queste situazioni trovino la giusta soluzione».

La polizia: ‘Interventi puntuali, situazione monitorata’

La Polizia comunale di Locarno ci conferma, per voce del comandante Simone Terribilini, di essere intervenuta in tre occasioni per situazioni che vedevano coinvolta la persona in questione, «ma probabilmente non sempre veniamo chiamati. In ogni caso in assenza di un reato e di una querela, possiamo fare ben poco se non intervenire prontamente e segnalare la situazione all’Autorità regionale di protezione (Arp) come avvenuto in questo caso, o semmai al Municipio. Anche per un eventuale ricovero coatto, serve la firma del medico. E il tutto passa alla Polizia cantonale in caso di reati».

Polcantonale che dal canto suo conferma «alcuni interventi da parte delle pattuglie a seguito di segnalazioni puntuali», nell’ambito dei quali non sono però «stati ravvisati reati perseguibili d’ufficio e al momento non risultano inoltrate denunce. Attualmente la situazione è monitorata, sulla base delle rispettive competenze, insieme alle autorità comunali e alle Autorità regionali di protezione».

La stessa Arp 13, che è responsabile tra gli altri dei casi di persone domiciliate a Cevio, ci risponde di non poter rilasciare informazioni in merito.