Da mesi fioccano le segnalazioni. Donna gravemente ferita mentre ritirava la posta. Vani i richiami alla proprietaria. La sindaca: intervenga il Cantone
Ci eravamo abituati a scrivere di escursionisti e pescatori che nell’alta Val di Blenio sono costretti ad arrampicarsi sugli alberi o a immergersi nei laghetti alpini per mettersi al riparo da cani maremmani che nell’esercizio del loro dovere – proteggere le greggi dalla minaccia del lupo – se la prendono con incolpevoli passanti, non di rado al di fuori delle aree di pascolo. La nuova frontiera si chiama Acquarossa. E meglio, le vie del paese. Molti ne parlano, fioccano le segnalazioni, il Municipio fa il possibile per farsi valere nei confronti della proprietaria dei cani che li lascia liberi di gironzolare, ma il problema da un anno a questa parte è irrisolto. «Già l’anno scorso l’abbiamo richiamata all’ordine, sollecitandola affinché tenesse i cani chiusi nel recinto per evitare che girassero sulle strade e in luoghi sensibili. Ma niente da fare. Abbiamo anche scritto al veterinario cantonale e al Consiglio di Stato esponendo la situazione, senza però mai ricevere risposta», spiega a ‘laRegione’ la sindaca Michela Gardenghi garantendo la massima attenzione da parte del Municipio ed esprimendo preoccupazione per la situazione venutasi a creare. «Una situazione dove il problema non è il cane in sé, ma chi dovrebbe assicurarne la corretta gestione».
L’ultimo episodio in ordine di tempo risale a domenica 28 aprile quando un presentatore radiofonico di Rete Tre, giunto sul posto per condurre la puntata ‘Il villaggio in tour’ trasmessa in diretta dal palco del Cinema Teatro Blenio, si è ritrovato a tu per tu con un esemplare che circolava libero. Inseguito lungo la strada, ha dovuto darsela a gambe chiamando aiuto. «Il suo resoconto scritto sarà utile per noi, come autorità comunale, per completare il già corposo dossier e risollecitare, sulla base di valutazioni giuridiche che abbiamo appena avviato, un intervento si spera decisivo da parte delle autorità superiori», rileva Gardenghi: «Come autorità locale siamo coscienti che taluni aspetti relativi alla sicurezza pubblica siano di nostra competenza, ma in questo caso crediamo che la fattispecie imponga un intervento che esula dalle nostre responsabilità».
Ma andiamo con ordine. Da nostre informazioni raccolte in paese, la proprietaria dei cani, una donna sulla settantina, abita nei pressi dell’edificio che al pianterreno ospita l’ufficio postale e il ristorante Valsole. Un tempo si limitava a tenere nella sua tenuta di Pian Castro i maremmani e altre razze che allevava. Anche qui, nel corso degli anni, vi sono state più segnalazioni di persone spaventatesi a seguito di incontri ravvicinati poco graditi in occasione di passeggiate nella natura. Una situazione nota a tal punto da aver indotto più genitori a rifiutarsi d’inviare i loro figli in gita con la scuola in quella zona; ciò che aveva indotto il Municipio a incaricare ausiliari di polizia affinché accompagnassero l’insegnante e gli allievi. Sollecitato dal Comune, l’Ufficio del veterinario cantonale aveva ispezionato il luogo ravvisando la corretta tenuta dei cani.
Tutto ciò a Pian Castro. Il problema si è acuito l’anno scorso quando la proprietaria ha trasferito al proprio domicilio alcuni esemplari: oltre ai maremmani, anche altre razze di varie stazze. L’attività consiste nell’allevare i cuccioli e poi venderli. Quello che le verifiche a suo tempo esperite a Pian Castro non sembrano aver chiarito fino in fondo, è la qualità dell’accudimento durante la giornata. Infatti, da quando alcuni esemplari sono stati trasferiti in paese, più di una persona ha segnalato approcci problematici; in primis clienti della Posta e del ristorante, ma anche proprietari di abitazioni nelle vicinanze. L’episodio più grave risale alla scorsa estate, quando una donna si è ritrovata un grosso esemplare addosso mentre stava ritirando la posta nell’area delle caselle: l’ha gettata a terra e morsicata in varie parti del corpo causandole ferite molto serie. La poveretta, in stato di choc, è poi riuscita a trascinarsi fino al vicino Pronto soccorso. Ci sono volute diverse settimane per ristabilirsi. È quindi scattata la denuncia cui è seguita un’inchiesta penale e una condanna; inoltre il cane è stato soppresso, non si sa bene se su iniziativa della stessa proprietaria o a seguito di un ordine delle autorità giudiziarie o amministrative.
«Quell’episodio – sottolinea la sindaca – ha reso una volta per tutte evidente quanto il problema non sia affatto da prendere sottogamba. Ma trascorsi diversi mesi, siamo sempre ai piedi della scala». La stessa Posta, preoccupata per l’incolumità dei propri dipendenti e dell’utenza, aveva scritto al Municipio una prima volta in luglio e una seconda volta questo mese di marzo. Il portavoce Marco Scossa ci spiega che il Comune ha sempre risposto «dimostrandosi attento alle nostre sollecitazioni e spiegando di aver intimato alla proprietaria di gestire meglio i cani evitando di lasciarli gironzolare». Invano però, perché altri episodi, sebbene di minore portata, si sono ripetuti tempo dopo.
Dal canto suo la sindaca non usa mezzi termini: «Siamo di fronte a una situazione pericolosa e ormai ingestibile. La diretta interessata, che riteniamo inadatta a gestire la situazione, non ha mai risposto alle nostre lettere e multe. L’autorità cantonale finalmente ci ascolti e intervenga, andando oltre ai controlli che la polizia esegue da quando l’abbiamo informata che i cani, spostandosi lungo la cantonale, comportano dei rischi anche per la circolazione stradale». Un appello viene infine rivolto a chiunque subisca approcci o aggressioni: «Bene la segnalazione al Municipio, ma non esiti a presentare denuncia in polizia». Impossibile ieri per la redazione raggiungere telefonicamente l’Ufficio del veterinario cantonale: tutte le linee erano occupate.