Dopo sei anni di assenza un gruppo di ragazzi del Gambarogno e della Vallemaggia torna alla Street Parade con un carro a tema
Anche la trasgressione ha il suo lato composto, preciso e ligio alle regole. Parola di chi lavora ‘dietro le quinte’ per rendere la Street Parade di Zurigo quello che è, ovvero il festival di musica elettronica più grande, conosciuto e prestigioso di tutta Europa. Oltre agli organizzatori della kermesse, a rappresentare il cuore pulsante della manifestazione ci sono anche le cosiddette ‘Love Mobile’, ovvero dei camion decorati e su cui a bordo si trovano le casse che diffondono musica a tutto volume, i dj e gruppi di persone festanti. E quest'anno, alla processione Techno del sabato, fra i carri sfileranno anche i colori del Ticino. Infatti, a sei anni di distanza, il truck ticinese farà il suo ritorno alla Street Parade (fissata per il 10 agosto) con il progetto ‘The Wagon’, proposto dal gruppo musicale ‘Materia Music’ (materiamusic.ch) in collaborazione con Semintri, ditta specializzata in abbigliamento sportivo. Al festival ritenuto da molti come la ‘chicca dell'estate zurighese’ mancano poco più di due mesi e ‘laRegione’ ha voluto immergersi in questo mondo incontrando i ragazzi del ‘Wagon’ rosso-blu.
Dietro a ‘Materia Music’ c’è un gruppo di giovani del Locarnese, più precisamente provenienti dal Gambarogno e dalla Vallemaggia. A rappresentarli durante l'intervista due di loro: Jonathan e Paride (in arte John Blastoff e Pado), uniti da un'amicizia ma anche dalla passione per la musica, in particolare quella elettronica. Una passione la loro che li ha portati, dalla pista da ballo, alla consolle di mixaggio, dalla discoteca regionale ai grandi festival nazionali e internazionali.
«Alla base del progetto Materia Music c’è un gruppo di amici, dj ma anche semplici appassionati. All'inizio solo del Locarnese, ma negli anni ne hanno fatto parte anche ragazzi e ragazze di tutte le regioni del Ticino; – racconta Jonathan mentre ripercorre la storia del gruppo –. È da diversi anni che partecipiamo alla Street Parade con il carro. Dopo lo stop avvenuto nel 2018 abbiamo deciso di riproporlo quest'anno. Ne sono molto entusiasta perché è la mia ‘prima volta come organizzatore’ dopo che il mio predecessore Massimo Giulietti (in arte MAX.), ha deciso di passarmi il testimone».
Come detto precedentemente, protagoniste indiscusse del festival sono le Love Mobiles, che sfileranno lungo un circuito di 2 chilometri. La parata di camion partirà nel primo pomeriggio da Utoquai, nel quartiere Seefeld di Zurigo, per poi costeggiare il bacino lacustre di Zurigo passando per Bellevue, Quaibrücke e Bürkliplatz fino a Hafendamm Enge. Ma cosa sono esattamente questi carri? Possono essere paragonati a quelli carnevaleschi?
«Il concetto è simile. I camion, impiegati principalmente nei trasporti speciali, sono molto grandi e sono adibiti a una sorta di discoteca mobile. La struttura viene creata da zero, così come le decorazioni. Ogni carro ha un tema specifico e una propria musica ed è una cosa ‘da Vip’; nel senso che chi acquista il ticket, ovvero il biglietto per salirci, si trova un ambiente con spazio, servizi igienici, bevande offerte e una vista privilegiata. A bordo possono esserci fino a 150-160 persone», spiega Jonathan.
Ma non è tutto così semplice, come afferma (e conferma) Paride: «Nella costruzione devi seguire regole ben precise: le misure dell'autocarro, il genere che suonerai, le decorazioni che non devono essere infiammabili, gli sponsor che esporrai sui banner pubblicitari... Tutte cose che fanno impazzire noi organizzatori!».
Da questo tipo di iniziative, che richiedono una grossa mole di tempo ma anche di risorse finanziarie il gruppo di amici non guadagna nulla. Le entrate principali provengono dagli sponsor, dalle serate fatte su e giù per il Ticino suonando musica in bar e locali («per farsi conoscere, ma soprattutto per creare gruppo», come dichiara Paride), e dalle vendite dei ticket (il prezzo è fissato a 210 franchi). Ma c’è un altro aspetto interessante, ovvero la competizione interna: «Sì, durante la Street non ci sono podi o coppe però, se il lavoro finale è di qualità, se c’è un'idea originale si viene premiati con l'ordine di partenza; ovvero i carri che aprono la coda sono i più prestigiosi. Di solito nella top ten ci sono i migliori. Noi siamo sempre stati fra i primi posti, un anno addirittura siamo partiti quarti, il che è un super risultato se si conta che il primo carro ad aprire le danze è quello della polizia, seguito dal secondo e dal terzo che sono quelli degli organizzatori», racconta Jonathan.
E poi c'è il fattore musica che non è da meno. La Street Parade infatti, oltre a essere un evento non a scopo di lucro, riscuote molto successo in Svizzera ma anche nel resto d'Europa (e non solo). I numeri dei partecipanti oscillano fra gli 800mila e l'un milione. «È uno degli eventi più grandi al mondo. Tanti dj sognano di potersi esibire un giorno. Anche per questo noi organizzatori ne approfittiamo per contattare direttamente artisti famosi o emergenti per chiedergli di suonare con noi, senza magari passare per le agenzie», dice Paride.
E sul carro ticinese, oltre ai nostri beniamini ci sarà anche un ospite internazionale proveniente da Berlino e che da qualche anno si sta facendo conoscere sulla scena Techno: Amotik.
Per partecipare alla Street Parade, tutto deve essere perfetto e curato nei minimi dettagli. «Siamo molto agitati. Non possiamo lasciare niente al caso e la parte in cui siamo maggiormente agitati è il momento del controllo del camion da parte della polizia. Il carro viene montato il venerdì a Zurigo, non qui in Ticino per ragioni di sicurezza e le autorità lo controllano. Basta poco, una semplice dimenticanza, e non puoi partecipare. È uno degli eventi più trasgressivi eppure l’organizzazione è ferrea e rigida. È paradossale, sebbene comprensibile per ragioni di sicurezza; – ci racconta Jonathan, che conclude – Ma alla fine tutti gli sforzi vengono ricompensati quando sei in mezzo a tutto quel bagno di folla che ti acclama e balla contenta e spensierata. È un'esperienza unica, ma da fare almeno una volta nella vita!». Perché tutti, dovrebbero provare l’esperienza di vivere un giorno in una Zurigo senza (apparenti) regole.