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Ritrovato il kayak, non ancora il canoista disperso

L'imbarcazione localizzata stamattina verso le 9.30, fra Intragna e Golino. Proseguono le ricerche del membro del gruppo inghiottito dalla corrente

(Rescue Media)
17 maggio 2024
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È stato ritrovato ieri mattina verso le 9.30 il kayak dell’uomo (britannico secondo la Rsi) scomparso giovedì nelle acque della Melezza. L’imbarcazione è stata recuperata in una zona di fiume fra Intragna e Golino. La comitiva di appassionati di rafting di cui faceva parte il canoista si era avventurata giovedì pomeriggio in acqua nella zona della diga di Palagnedra. Impressionati dalla forza del fiume, alimentato da moltissimi affluenti laterali, i tre amici dell’uomo avevano immediatamente capito di aver compiuto una leggerezza ed erano riusciti a riguadagnare la riva in zona Ponte romano a Corcapolo. Ma uno, visto ribaltarsi prima della funivia di Verdasio-Rasa, mancava all’appello.

Immediatamente dopo l’allarme era scattato il dispositivo di ricerca, con agenti di polizia, uomini della colonna di Soccorso alpino del Cas di Locarno, soccorritori del Servizio ambulanza Locarnese e Valli (Salva) e pure un elicottero della Rega, che ha ripetutamente sorvolato il fiume imbizzarrito dalle forti piogge. Dopo una notte d’angoscia, di ieri mattina è dunque la notizia del ritrovamento del solo kayak dell’uomo disperso. Di lui, invece, ancora nessuna traccia.

Ben equipaggiati ed esperti, ma la furia delle acque li ha sorpresi

Dalle informazioni trapelate in queste ore, risulta che i quattro protagonisti del tragico rafting fossero tutti sportivi esperti della disciplina, perfettamente attrezzati (caschi di protezione, giubbotti di salvataggio, mute). Il gruppetto di avventurosi era formato da tedeschi, italiani e dall’inglese. Le discese lungo il fiume Melezza in piena precedenti la disgrazia sono state riprese dai protagonisti tramite telecamere GoPro. Le immagini sarebbero state d’aiuto per localizzare il punto dove verosimilmente è sparito il loro compagno e ricostruire il contesto e le ultime, drammatiche, fasi. Da ieri, intanto, diversi appassionati di rafting amici del disperso sono giunti in auto e furgoni dalla vicina Italia e dalla Germania nelle Centovalli per dare una mano nelle ricerche, anche con l’impiego di un drone.

Un evento tragico che lascia però molti interrogativi aperti sulla scelta dei canoisti di lanciarsi nel fiume in quelle condizioni meteorologiche (MeteoSvizzera aveva rilasciato indicazioni chiare in questo senso). La forza della corrente – a detta di molti residenti in zona e frequentatori del fiume – era dunque tale da dover scoraggiare una simile avventura. Un azzardo, un’incoscienza che oltrettutto ha esposto a un certo pericolo anche le squadre di soccorso impegnate nelle ricerche.