Dopo il primo diniego della licenza per il piccolo parco solare ai piedi del ristorante Rossboda, il gestore degli impianti insiste e rilancia
Autosufficienza energetica per la stazione turistica di Bosco Gurin. L'utilizzo delle rinnovabili a chilometro zero per far funzionare, in un prossimo futuro, gli impianti di risalita della località della Valle Rovana è uno dei cardini su cui poggia il progetto dell'ingegner Giovanni Frapolli. L'obiettivo dichiarato è la copertura del fabbisogno energetico locale per combattere, da una parte, i prezzi di mercato sempre più alti della ‘materia prima’ (che poi si riversano indirettamente sui costi generali di gestione, incluse le giornaliere) riducendo nel contempo la dipendenza dalle materie fossili inquinanti; dall'altra – ma non meno importante – per immettere, durante la bassa stagione, nella rete della Ses gli esuberi di produzione portando entrate nelle casse della stazione (malgrado il prezzo pagato sia, oggigiorno, poca cosa e oggetto di discussione tra aziende e produttori privati).
Un esempio di sostenibilità a tutto tondo che passa, imprescindibilmente, dalla realizzazione dell'impianto fotovoltaico a terra, nei pressi del Ristorante Rossboda, su un pendio rivolto a sud, in zona ‘Sassaia’. Un progetto non nuovo, per il quale era già stata inoltrata una prima domanda di costruzione al Cantone nell'inverno 2022-23. Il Comune, però, su invito del Cantone stesso, ha negato la licenza con delle argomentazioni ritenute dall'interessato “ridicole”, rallentando così i piani dell'ingegnere bellinzonese.
Quest'ultimo nel frattempo ha dovuto rivedere alcuni aspetti tecnici dell'elaborato e inoltrerà, a giorni, una nuova domanda di costruzione, seguendo alla lettera le indicazioni del Cantone. Come ci ha confermato il promotore, tra le criticità emerse vi era quella che gli oltre 300 pannelli solari distribuiti su una superficie di 3’000 metri quadrati, con una potenza nominale di 1,2 Megawatt, posti a un'altezza dal suolo ritenuta troppo bassa avrebbe impedito al bestiame (caprini in particolare) di pascolare in un'area che, durante la bella stagione, è destinata alla pastorizia. Così nella nuova domanda di costruzione, le strutture leggere che reggono le lastre fotovoltaiche sono state portate a un'altezza da terra di 160 cm. Altro motivo di criticità, poi rientrato, è stato quello del rischio del soffio di un'eventuale valanga in zona. L'onda di pressione d'aria che sopravanza il fronte visibile della colata di neve ha infatti un enorme potere distruttivo. Tuttavia, dopo una verifica commissionata a uno specialista, è emerso che tale rischio non esiste, dal momento che proprio per proteggere le infrastrutture presenti, alla fine degli anni Novanta durante la costruzione del ristorante e della stazione intermedia è stato realizzato un imponente vallo voluto dallo stesso Cantone. «Ora che i problemi tecnici sono stati risolti, mi auguro di poter ricevere la licenza edilizia, importante per la sopravvivenza della stazione. Costruiremo un piccolo parco solare non impattante dal punto di vista paesaggistico (ricordo che la destinazione di Bosco è inserita nel Piano direttore cantonale e pertanto questo problema non si pone). In aggiunta preciso che l'impianto fotovoltaico sarà collegato direttamente alla linea già esistente dei 16mila Volt che si trova nelle immediate vicinanze, motivo per cui non sarà necessario alcun intervento impattante sul pendio».
Un esempio innovativo di sostenibilità nel settore ludico-sportivo. Il riscaldamento degli ambienti, il consumo di energia elettrica per gli impianti di risalita, la movimentazione di mezzi e macchine per la neve sono voci importanti di spesa per qualsiasi struttura che ospiti attività turistiche. Per ridurre i consumi e le bollette senza dover rinunciare al divertimento, simili scelte responsabili ed ecosostenibili appaiono, dunque, indispensabili.