La Protezione civile chiude il 2023 con un ottimo risultato contabile, del quale beneficeranno i Comuni consorziati. Ma le sfide dietro l'angolo incalzano
Lasciatasi (si spera definitivamente) alle spalle anni di emergenze (Covid-19 in primis e profughi in fuga dal conflitto in Ucraina in seguito), la Protezione civile di Locarno e Vallemaggia ha vissuto un 2023 dal profilo operativo assai tranquillo, se non fosse stato per la devastante grandinata del 25 agosto. Anche in quelle giornate concitate, il Consorzio ha dimostrato di saper mobilitare e coordinare risorse utili sul territorio, a favore della popolazione particolarmente toccata. Il sistema ha dimostrato tutta la sua efficienza, operando al fianco dei partner istituzionali e fornendo il proprio prezioso contributo nella gestione della fase di ripristino.
Capace di adattarsi a ogni situazione, anche dal punto di vista prettamente contabile ha pure chiuso il consuntivo 2023 con un ottimo risultato. Come sottolineato dal presidente della Delegazione consortile, Alex Helbling, e dal segretario, Fabio Rianda, rispetto al preventivo 2023 si è assistito a un contenuto aumento delle spese e a un marcato incremento delle entrate non preventivabili. Due fattori dai quali traggono beneficio i 27 Comuni dell'ente, il cui contributo preventivato si riduce di 120mila franchi. Il conto di gestione corrente chiude con una spesa di poco superiore a 1,9 milioni (con un aumento di 27mila franchi rispetto al preventivo); i ricavi raggiungono i 569mila franchi (+147mila franchi). Ai Comuni la partecipazione finanziaria richiesta ammonta a 1,33 milioni, con un minor onere di poco inferiore ai 120mila franchi (sempre per rapporto alle stime di spesa). I Comuni hanno già versato un acconto pari al 90% del preventivo. Il saldo di 26mila franchi verrà richiesto dopo l'approvazione del conto economico.
Detto delle cifre, eccoci a parlare del prezioso lavoro svolto da militi e istruttori nelle 6'034 giornate di impiego. L'intervento più impegnativo, come ha osservato Patrik Arnold, sostituto comandante, è stato svolto durante la calamità che ha colpito la nostra regione il 25 agosto (con 92 giornate operative). Ci si è dovuti occupare degli sfollati (com'è il caso di una comitiva di confederati invalidi ospite della Colonia Pestalozzi di Arcegno, che ha dovuto essere trasferita nell'impianto di Minusio), della pulizia di strade intasate dai detriti e dei riali (come la Brima, uscita dagli argini) in appoggio alle squadre comunali sotto pressione in quelle ore. Naturalmente la Protezione civile ha dato il suo supporto, come sempre, agli enti pubblici nella costruzione di sentieri, ponti pedonali, nella costruzione di muri a secco. Una sessantina le richieste giunte in sede nel 2023 e alle quali si è potuto rispondere. A ciò va aggiunta pure l'assistenza sanitaria estiva agli ospiti della Casa della Divina Provvidenza Cottolengo di Gordevio, che hanno potuto beneficiare di qualche giornata di ferie nella Colonia estiva di Sommascona (Blenio) e l'immancabile cura dei beni culturali (chiese parrocchiali di Minusio e Giumaglio, come pure la revisione, completa, dell'inventario della Madonna del Sasso di Orselina).
Non poteva mancare, nella lista, l'impiego dei militi del programma di controllo dei rifugi privati (3'062 quelli presenti nella nostra regione, 1'800 quelli già controllati, con un 75% che si presenta in un buono stato di conservazione).
Due i temi che invece riguardano l'immediato futuro: la minaccia della peste suina africana e la riduzione degli effettivi. Nel primo caso, il flagello che si è abbattuto sui cinghiali non ha fortunatamente toccato, da vicino, il territorio ticinese, ma secondo le stime i primi focolai sono attesi per il 2025. Ufficio del veterinario cantonale e regioni di Protezione civile stanno predisponendo un piano d'intervento dettagliato per non farsi cogliere impreparati, visto che casi di cinghiali uccisi dalla malattia endemica sono segnalati a una sessantina di km dal confine sud.
La questione degli effettivi della Protezione civile è un altro grattacapo per i vertici del Consorzio. La riduzione degli uomini (si passerà, nel caso di Locarno e Vallemaggia dagli attuali 750 a grossomodo 500 militi) costringe a un riequilibrio delle compagnie in modo da non penalizzare i servizi alla popolazione. Anche a livello di mansioni, appare fin d'ora evidente che i militi non potranno più assicurare una massiccia collaborazione agli organizzatori di eventi di grande richiamo (da SlowUp a Moon & Stars, passando per il Triathlon, tanto per fare alcuni esempi). Anche perché gli eventi meteorologici estremi stanno crescendo di numero e intensità in questi ultimi anni. Confederazione e Cantone stanno dunque valutando come riuscire a parare il colpo di questa riforma.