Consegnate al governo ticinese le sottoscrizioni della petizione online che chiede il rispetto delle vecchie stazioni Fart oggetto di riqualifica
Diecimila firme raccolte per chiedere al governo ticinese di intervenire per fermare lo stravolgimento, in atto, delle stazioni Fart della Centovallina lungo la linea Locarno-Camedo. Tante sono le sottoscrizioni consegnate oggi, venerdì 12 aprile, a Palazzo delle Orsoline, nell’auspicio che il Consiglio di Stato (azionista di maggioranza delle Fart) prenda sul serio questa tematica sentita dalla popolazione. Lanciata meno di un mese fa da due giovani (Simona Procacci e Rocco Vitale), la petizione denominata "Per altri 100 anni di Centovallina al servizio del pubblico" ha suscitato un grande interesse e non solo in Ticino bensì anche oltre Gottardo. “Questo dimostra – si legge nel comunicato dei promotori – quanto l'utenza locale e turistica sia preoccupata per il radicale cambiamento estetico delle stazioni ferroviarie. Le vecchie fermate lasciano il posto a strutture anonime in netto contrasto con il contesto paesaggistico e che non rispondono alle esigenze pratiche di viaggiatrici e viaggiatori”. Occorre sottolineare che i promotori salutano positivamente la rimozione delle barriere architettoniche e la volontà delle Fart di introdurre un orario a cadenza semi-oraria tra Locarno e Intragna. La richiesta concreta è di armonizzare questi lodevoli obiettivi con l'ottimizzazione infrastrutturale e la valorizzazione storica, paesaggistica e funzionale degli edifici esistenti.
«Siamo in primavera e già ora possiamo constatare come le nuove pensiline installate non offrano alcun riparo dal sole e dalla pioggia battente ai viaggiatori». Basterebbe già solo questa considerazione per capire per quale motivo i primi firmatari della petizione, Simona Procacci e Rocco Vitale, si siano attivati: la mancata funzionalità. Ma non è solo una questione di praticità ad averli convinti della necessità di intervenire: «C'è anche – spiega Rocco Vitale – una ragione estetica e paesaggistica. Le fermate della Centovallina sono inserite o a stretto contatto con i nuclei storici dei paesi attraversati dal treno, come nel caso di Intragna. La legge federale impone che questi ultimi siano rispettati e che l'inserimento del nuovo sul vecchio avvenga nel modo più armonioso possibile. Ciò che evidentemente non ci pare il caso con queste nuove strutture».
Consegnate le firme, quale sarà il prossimo passo? «Ora inizia il lavoro più duro – prosegue Vitale –. Dovremo innanzitutto capire come il Consiglio di Stato, azionista di maggioranza delle Fart, intenderà muoversi. Purtroppo in alcuni casi (Verscio e Cavigliano), la frittata è già stata fatta. Ricordo che comunque ci sono in ballo importanti sussidi federali e che l'azienda di trasporto pubblico locarnese è tenuta al rispetto del paesaggio naturale e antropico. Noi non abbiamo potuto prendere visione dei piani presentati a suo tempo. Il nostro intento è quello di comunque lanciare un segnale, un monito in merito agli sviluppi futuri. Ora vedremo se sarà il caso di creare un comitato ad hoc o meno. Dipenderà dalla volontà della Fart (la cui Direzione rimanda ad altra data un commento in merito, ndr) di averci ai futuri tavoli di discussione per vedere di trovare delle soluzioni concordate. Inoltre cercheremo di capire, contattando gli Uffici federali preposti, con quali criteri sono stati elargiti i sussidi. Tutte informazioni utili a capire come poi muoversi nei prossimi mesi».
Ricordiamo che contro le scelte progettuali e architettoniche delle Fart si sono mossi (con opposizioni) anche la Stan (Società ticinese per l'arte e la natura) e il Comune di Centovalli, preoccupati per i cambiamenti previsti alla stazione di Intragna (con le grandi pensiline impattanti e per nulla estetiche in un nucleo inserito nell'inventario federale). A Tegna, invece, il Municipio di Pedemonte, dopo le polemiche sollevate al riguardo della fermata di Verscio dove delle criticità ci si è accorti solo a lavori ultimati, ha chiesto correttivi al previsto secondo binario d'incrocio dei treni. Lo ha fatto inoltrando, anche in questo caso, un'opposizione cautelativa dopo l'incontro con il capoprogetto e la Direzione. I desiderata dell'autorità (alberatura, accessi, posteggi, ripristino muri in sasso ecc.) dovrebbero già essere integrati nei nuovi piani e/o valutati dall'Ufficio federale dei trasporti.